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Porticciolo turistico di Licata, restano i “sigilli”: respinto ricorso; il commento di “A testa alta”

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’imprenditore Luigi Francesco Geraci, 75 anni, avverso il decreto di sequestro preventivo emesso dal Gip del Tribunale di Agrigento che, nel febbraio scorso, aveva posto i sigilli al complesso edilizio immobiliare ricadente nel comprensorio demaniale facente parte del porticciolo turistico “Marina Cala del Sole” di Licata.

L’imprenditore, originario di Caltanissetta, aveva chiesto l’annullamento del sequestro. L’istanza, però, è stata rigettata nei giorni scorsi dai giudici della Suprema Corte che hanno confermato l’ordinanza firmata dalla Procura della Repubblica di Agrigento e la decisione del Riesame.

 

Questo, il commento dell’associazione “A testa alta”: La Terza Sezione Penale della Corte di Cassazione, con la sentenza n. 33403 depositata il 18 luglio scorso, mette il sigillo sul sequestro del porto turistico di Licata. Secondo quanto scritto nelle motivazioni che sostengono la pronuncia di inammissibilità del ricorso proposto dall’imprenditore nisseno Luigi Francesco Geraci, correttamente il Giudice per le indagini preliminari ha ravvisato gli estremi per concedere il sequestro del porto turistico, ritenendo configurabile i reati previsti dagli artt. 54 e 1161 del Codice della Navigazione e rimarcando la «radicale inesistenza di un valido titolo che legittimasse il mantenimento ed il compimento delle attività contestate».

Secondo la Cassazione, inoltre, i Giudici di merito hanno «ampiamente e congruamente argomentato in relazione alla esclusiva rilevanza urbanistica del progetto di variante approvato all’esito della conferenza di servizi indetta dal Comune di Licata ed alle ragioni giustificatrici che ostavano ad attribuire a tale atto il valore di valore implicito della concessione demaniale, in relazione alla quale era intervenuto provvedimento di decadenza».

Come cittadini monitoranti che cercano di vigilare sull’uso (…e abuso) del potere che deleghiamo, esprimiamo piena soddisfazione per la decisione della Suprema Corte, che ha affermato quanto da noi più volte ribadito: il verbale di Conferenza di servizi del Suap – Comune di Licata, con il quale il 12-12-2014 furono approvate ulteriori varianti al progetto originario, nonostante la società Iniziative Immobiliari e i suoi aventi causa a qualsiasi titolo avevano perso la disponibilità delle aree demaniali a partire dal 16-06-2014, non poteva avere di valore di “concessione demaniale” o di “nuovo titolo unico abilitativo”, come invece erroneamente sostenuto – a più riprese e in note ufficiali portate a conoscenza della nostra Associazione – dal Dirigente del Dipartimento Urbanistica, ing. Vincenzo Ortega.

Sulla base di tali considerazioni, che oggi ricevono conforto dal massimo organo giurisdizionale – sia pure all’interno di un c.d. giudicato cautelare – abbiamo ripetutamente chiesto al Comune di Licata di nominare altro Dirigente del Dipartimento Finanze – SUAP affinché, previa convocazione di nuova Conferenza di servizi, si procedesse all’annullamento, in autotutela, di quel verbale, a nostro avviso, del tutto illegittimo e ingiusto; e ciò, perché le regole, come ripetiamo sempre, devono valere per tutti: per i “piccoli” cittadini così come per le “grandi” imprese, funzionari e dirigenti.

In merito, porremo delle domande chiare anche alla nuova Amministrazione, che dovrà darci delle risposte precise, inequivocabili e convincenti.

È una questione di giustizia ed equità. È questione di civiltà.