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Processo Vultur, al via la lunga “sfilata” dei testimoni della difesa

Al via la lunga sfilata dei testi chiamati a deporre dalle difese degli imputati del processo Vultur, scaturito dall’omonima operazione condotta dalla Squadra Mobile di Agrigento, e che vede sedere sul banco degli imputati Rosario Meli, il figlio Vincenzo, 47 anni; Calogero Piombo, 66 anni, di Camastra; e Calogero Di Caro, 71 anni, di Canicattì.

L’operazione coinvolge i paesi di Camastra, la cui famiglia mafiosa secondo gli inquirenti sarebbe diretta da Rosario Meli, e Canicattì. Ma anche un presunto giro di estorsioni legato ai funerali in paese ai danni della ditta “San Giuseppe”, oggi parte civile nel processo.

Dopo l’esame di Vincenzo Meli, unico degli imputati a non avvalersi della facoltà di non rispondere, il processo riprendeva per l’escussione dei testi delle difese. Il primo a sedersi davanti il collegio di giudici presieduto dalla d.ssa Luisa Turco, con a latere i magistrati Enzo Ricotta e Rosanna Croce, è stato l’avvocato Calogero Lo Giudice che ha riferito circostanze in merito alla cessione dei locali che ospitavano la discoteca “Link8”, finita secondo gli inquirenti nelle “attenzioni” di Rosario Meli. 

Poi è stata la volta di alcuni abitanti di Camastra che hanno descritto al collegio i rapporti con alcuni degli imputati: “Mai pressioni per scegliere chi dovesse fare i funerali in paese” hanno dichiarato due testi; “Non abbiamo mai pagato alcuna somma di denaro, pizzo o ricevuto richieste di estorsione” hanno, invece, raccontato padre e figlio proprietari di un bar del paese rispondendo alle domande del sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia Alessia Sinatra. 

Come da calendario si torna in aula il 21 giugno per continuare le audizioni dei testi della difesa, rappresentata a vario titolo, dagli avvocati Giuseppe Barba, Angela Porcello, Giovanni Castronovo, Lillo Fiorello, Santo Lucia. La parte civile è rappresentata dall’avvocato Sutera.