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Sparatoria a Licata contro i vicini, due fratelli condannati per minacce e armi

L’imputazione di tentato omicidio viene riqualificata in minaccia grave e la condanna, conseguentemente, è più mite.

Due anni di carcere per Angelo Amato, 30 anni, , e 1 anno e 8 mesi, al fratello Vincenzo, 33 anni, è la sentenza del gup del Tribunale di Agrigento, Stefano Zammuto, nei confronti dei due fratelli  accusati di aver sparato a Calogero Truisi, 49 anni, e al figlio di questi, Angelo, in un agguato alla periferia di Licata. Sul posto le forze di polizia trovarono un fucile calibro 12, 4 cartucce inesplose e il furgone con i fori dei proiettili.

I Truisi raccontarono agli inquirenti di aver avuto in precedenza un diverbio con i fratelli Amato per l’uso di un terreno. A seguito della perquisizione domiciliare, fu rinvenuta dalle forze dell’ordine, una pistola detenuta illegamente.

Questo, e una serie di indizi, fecero ipotizzare a carico dei fratelli l’accusa di tentato omicidio.

La condanna di Angelo e Vincenzo Amato è giunta per minaccia grave e detenzione illegale di armi e ricettazione.