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Operazione “Country hide”: 10 arresti per spaccio cocaina ed eroina (ft e vd)

All’albaè’ scattato il blitz che ha visto impegnati 50 carabinieri del Comando provinciale di Ragusa per eseguire 10 misure cautelari e decine di perquisizioni nei confronti di una gang accusati di traffico ed allo spaccio di droga, e di altri indagati per numerosi furti ai danni di aziende agricole.

Gli arresti sono il risultato di un’indagine condotta dalla Sezione Operativa dell’Arma che ha consentito di accertare come gli indagati (di nazionalita’ italiana, albanese, tunisina ed algerina), organizzati in quattro distinti gruppi criminali, rifornivano le piazze di spaccio nei comuni di Ragusa, Marina di Ragusa, Santa Croce Camerina, Donnalucata e Vittoria, smerciando marijuana, hashish, cocaina ed eroina. Numerosi gli arresti e i sequestri di stupefacente già effettuati nel corso delle indagini, durante le quali si è proceduto anche al sequestro preventivo di una villetta di proprietà di uno dei principali indagati.

Operazione “Country hide”, fiumi di eroina e cocaina:10 arresti

 

Gli arrestati, di età compresa tra i 20 e 60 anni, agivano soprattutto nelle zone rurali, in campagna (da qui il nome dell’operazione, “Country hide”) dove pensavano di potere agire indisturbati. Individuati quattro gruppi distinti: Raffaele Agnello, attivo nella zona di Marina di Ragusa e Santa Croce Camerina, dedito alla vendita di sostanze stupefacenti; Cristian Masi a Santa Croce Camerina, attivo nella vendita di sostanze stupefacenti; Mesar Ruci, con i connazionali Enea e Francesko Lika, specializzati nella commissione di furti nelle aziende agricole; Abdenaur Guettache, insieme ai connazionali Faical Mansour, Abderrahmane Ben Hassen , attivi nella zona di Santa Croce Camerina e Punta Braccetto nello spaccio di sostanze stupefacenti; Salem El Kalem si occupava nello spaccio nella zona di Donnalucata; Fouad Jaballah dedito allo smercio nella zona di Vittoria. Sin dai primi accertamenti sono stati individuati i luoghi principali in cui si concretizzavano lo smercio di sostanze stupefacenti e i furti nelle serre. Caratteristica in comune la campagna. Aree estese di superficie di terreno aperto, sorvegliabile, fuori e lontano da centri urbani o da importanti centri abitati, a bassa densità di popolazione e dunque abitata per lo più da qualche comunità rurale, di difficile accesso da parte dei comuni mezzi di trasporto: queste le connotazioni ambientali scelte dai gruppi operativi per prevenire interferenze da parte delle forze dell’ordine.

E’ stato possibile dunque individuare principalmente quattro aree ben distinte: da una parte vi era l’abitazione di Agnello, in una zona rurale e ben lontana dal centro abitato, precisamente localizzata in contrada Monsovile nel tratto tra Marina di Ragusa e Ragusa; l’altra area si addossava sui comprensori gravitanti intorno alle zone frequentate da Ruci e dai suoi connazionali Liko, sia nel centro abitato di via Tolstoj di Santa Croce Camerina, sia nell’abitazione sita in una campagna localizzata in contrada Petraro nei pressi dei quali sono stati messi a segno diversi furti nelle aziende agricole; un’area, utilizzata da Guettache, unitamente ai connazionali Mansour, Ben Hassen ed El Kalem a ridosso delle vie di accesso al Comune di Santa Croce Camerina, precisamente la provinciale 36 che consentiva da un lato di mantenere la base operativa in una zona prettamente rurale, dall’altra permetteva agli acquirenti provenienti a volte anche da Province limitrofe, di individuare facilmente il luogo di smercio; l’ultima area si focalizzava in zone urbane di volta in volta indicate dallo spacciatore Jaballah a Vittoria. Gli indagati pensavano di aver creato delle cosiddette zone franche, in quanto di difficile sorveglianza e controllo.

Inoltre, la conformazione naturale di tali luoghi consentiva di celare le varie sostanze stupefacenti tra i campi limitrofi. Gli stupefacenti sul mercato erano disparati: dalla marijuana, all’hashish, sino ad arrivare alla cocaina e all’eroina. I contatti tra gli acquirenti e gli spacciatori avvenivano spesso attraverso un incontro diretto. L’acquirente dunque si recava direttamente presso i predetti luoghi di smercio per avanzare la richiesta di stupefacente ed ottenerlo immediatamente. Altre volte invece, per i clienti di fiducia, era lo spacciatore ad effettuare la consegna a domicilio.

Già nel novembre del 2018 sono stati recuperati circa 850 grammi di marijuana in possesso a Masi, pronti per essere immessi sul mercato. In altre occasioni invece, recuperate diverse dosi di eroina poco prima spacciate dai soggetti di nazionalità tunisina, a Santa Croce Camerina e a Vittoria. Il 9 febbraio sono stati arrestati i coniugi Agnello, poichè all’interno della villetta di proprietà, con ampio giardino, erano disseminati in nascondigli insospettabili (come sacchi contenente pagliericcio; sacchi colmi di rami tagliati; nel vano cabina del motore della piscina): 103 grammi di cocaina, 3 chili di hashish, 2 chili di marijuana. Oltre a 6.675 euro.  La villetta è stata sottoposta a sequestro preventivo

Per quanto concerne invece i furti ai danni di aziende agricole, gli indagati avevano compiti specifici. Dapprima venivano effettuati veri e propri sopralluoghi che consentivano di individuare in maniera precisa e preliminare le serre da saccheggiare. Una volta stabilita l’azienda e la data del furto che avveniva per lo più in arco serale o notturno, alcuni di essi avevano il compito di sottrarre ed impossessarsi materialmente delle primizie, provvedendo al caricamento della merce all’interno dell’autovettura, operazioni assicurate da chi, invece, fungeva da palo. La merce riguardava ortaggi in genere come: oltre 4.600 piantine di peperoni; 200 cassette di melanzane raccolte solo la mattina stessa dagli operai dell’azienda; consistente quantitativo di limoni; 250 kg di zucchine.

Le diverse primizie sottratte venivano in un primo momento accatastate presso le serre in uso agli indagati; in un secondo momento venivano trasportate presso il mercato ortofrutticolo di Santa Croce Camerina per essere vendute all’interno dei box.

 L’attività eseguita dalla Sezione operativa del Norm di Ragusa ha consentito di ottenere le misure cautelari in carcere per Raffaele Agnello, 55 anni, di Ragusa: Mesar Ruci, 44 anni, albanese; Cristian Masi, 25 anni, di Santa Croce; Fouad Jaballah, 33 anni, tunisino; Abdenaur Guettache, 38 anni, algerino; Faical Mansour, 42 anni, tunisino; Abderramane Ben Hassen, 41 anni, tunisino; Salem El Kalem, 30 anni, tunisino. Agli arresti domiciliari: Francesko e Artur Liko, di 26 anni, albanesi.