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Mafia del Belice, “clan interessati ad aprire attività commerciali e a slot machine”

Il controllo capillare del territorio passava da quello delle attività economiche, che dovevano mettersi a posto. Con l’assunzione di persone indicate dalla famiglia mafiosa o magari rifornendosi di materiale dalle ditte compiacenti e vicine ai boss. E’ uno dei retroscena del blitz antimafia ‘Opuntia’, condotto nell’Agrigentino dai carabinieri che hanno decapitato il mandamento del Belice. Otto i provvedimenti di fermo nell’ambito dell’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, coordinata dal procuratore Francesco Lo Voi, dall’aggiunto Maurizio Scalia e dai sostituti, Alessia Sinatra e Claudio Camilleri. Nel mirino del clan era finita anche la pista ciclabile di Menfi. “Nelle intercettazioni – dice all’AdnKronos il comandante della Compagnia carabinieri di Sciacca, capitano Salvatore Marchese – abbiamo colto i riferimenti alla messa a posto dell’azienda che si era aggiudicata l’appalto”. E poi c’era il business del gioco d’azzardo.

“Erano interessati ad aprire attività commerciali e al settore delle slot machine, ma il nostro intervento ha stroncato sul nascere il progetto” spiega. LE indagini dei carabinieri della Compagnia di Sciacca, coordinati dal Comando provinciale di Agrigento, scattate nel maggio del 2014 e durate due anni, hanno permesso di far luce sulle attività del mandamento del Belice e, in particolare, della famiglia mafiosa di Menfi. Al vertice per gli inquirenti c’era Vito Bucceri, inteso “Bucittuni”, 44 anni, fermato oggi durante il blitz. Insieme a lui i militari notificato il provvedimento di fermo anche a Pellegrino Scirica, 61 anni, medico di base. Nel suo studio professionale, secondo gli investigatori, si svolgevano gli incontri del clan. “Metteva a disposizione il proprio studio professionale per gli incontri – spiegano -, permettendo di veicolare i messaggi tra i componenti del gruppo e gli esponenti delle famiglie mafiose dei terreni limitrofi”. “Da tempo era al centro delle indagini – concludono gli investigatori -, anzi era uno dei primi su cui ci siamo concentrati per via dei suoi precedenti”.