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Vende 477 kg di lumache non tracciate: imprenditore agrigentino a processo

Avrebbe venduto 477 chilogrammi di lumache non tracciate dichiarando falsamente che era allevate all’aperto a Burgio, nell’Agrigentino. E’ l’accusa contestata dalla Procura di Sciacca a Ciro Miceli, noto imprenditore del settore, che andra’ a processo per frode in commercio.

La prima udienza, come stabilito dal sostituto procuratore Christian Del Turco che ha disposto la sua citazione diretta a giudizio, si terra’ il prossimo 20 novembre davanti al Tribunale di Sciacca in composizione monocratica. Nel processo e’ parte lesa l’ex moglie di Miceli, Loredana Casciana, medico veterinario, assistita dall’avvocato Giuseppe Lipera del foro di Catania, che aveva denunciato l’ex marito. La donna, tramite il suo legale, ha annunciato che si costituira’ parte civile.

Nel decreto il Pm Del Turco contesta sei episodi commessi dall’imprenditore che, sostiene la Procura di Sciacca, “nell’esercizio dell’attivita’ commerciale ‘Miceli’s snail del dott. Miceli Ciro’, con piu’ condotte esecutive frutto di un medesimo disegno criminoso, consegnava agli acquirenti”, complessivamente, 477 kg di “lumache di origini estere e non tracciare, dichiarando falsamente che trattavasi di lumache allevate all’aperto nella localita’ di Burgio”. Miceli e’ assistito dall’avvocato Giovanni Vaccaro. “Purtroppo – afferma Loredana Casciana, in una dichiarazione diffusa dal suo legale – questo e’ un fenomeno dilagante non soltanto in Sicilia, ma anche in tutta Italia e l’elicicoltura rischia di essere compromessa a scapito di allevatori onesti. E’ necessario intensificare i controlli sia all’interno degli allevamenti che durante il trasposto delle lumache”.

Sulla vicenda interviene con un comunicato l’agronomo Ciro Miceli che afferma: “Confido di poter dimostrare la mia estraneità all’ipotesi accusatoria della quale hanno parlato oggi varie testate, dopo aver ricevuto la notizia da parte della mia ex moglie.

La mia azienda ha ottenuto le necessarie autorizzazioni, superato i controlli ed operato nel rispetto della legge. Le lumache sono state apprezzate dai miei clienti e non ho registrato lamentele.

Non è la prima volta che la Casciana tenta di danneggiare, attraverso comunicati stampa, la mia figura di uomo e di professionista;  tanto che, nei suoi confronti, pendono due distinti procedimenti – presso le Procure di Catania e Caltagirone – per più reati, tra i quali la diffamazione ai miei danni.

Sorprende, per l’accusa di frode in commercio di cui all’art. 515 c.p., che si attribuisca alla Casciana la qualità di “persona offesa”; trattasi, infatti, di presunte violazioni ad esclusiva tutela di interessi pubblici. La dichiarata volontà della mia ex moglie di costituirsi parte civile, poi, la dice lunga sui suoi propositi.

Le accuse della Casciana non riusciranno a cancellare quanto ottenuto, con grandi sacrifici, come elicicoltore e come agronomo, al servizio di aziende rinomate.

Attraverso la difesa tecnica dei miei Legali, Avv.ti Giovanni e Sergio Vaccaro, mi difenderò nell’unica sede deputata a vagliare quella che – fino a sentenza definitiva – resterà solo un’ipotesi.

Continuerò a lavorare col medesimo impegno, fiducioso nell’opera della Magistratura.

Sia la stampa, sia l’opinione pubblica sapranno attendere l’esito dell’ipotesi accusatoria, senza allarmi pregiudizievoli”.