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Cani avvelenati nell’agrigentino, episodi anche a Licata e Canicattì: due sospettati per la strage di Sciacca

Sta assumendo contorni abbastanza preoccupanti la vicenda legata all’avvelenamento di cani randagi in provincia di Agrigento: dopo il tragico episodio di Sciacca, in cui furono avvelenati con polpette usate come esca una trentina di cani, si sta diffondendo a macchia d’olio anche in altre zone dell’agrigentino questa orrenda pratica. 

Due cuccioli di cane meticcio di 40 giorni sono stati trovati impiccati nel tardo pomeriggio di ieri a Canicatti’  in via Torres. I cuccioli, di cui si stava prendendo cura un ragazzino che era pure riuscito a darli in adozione e che sarebbero dovuti partire per destinazione nel nord Italia a giorni, sono stati trovati impiccati ad una staccionata. Il caso, mai verificatosi a Canicatti’, segue le stragi di cani avvenute nei giorni scorsi a Sciacca e Licata. Dell’accaduto e’ stato informato pure il sindaco di Canicatti’, Ettore Di Ventura, che ha condannato il crudele gesto. Due cani e un gatto sono stati uccisi, nelle ultimissime ore, con delle polpette avvelenate che qualcuno ha posizionato in contrada Cannavecchia, a pochi passi dall’ospedale San Giacomo d’Altopasso, a Licata . Diversi gli animali trovati – sempre nello stesso posto – agonizzanti. Esseri Volontari e veterinari stanno cercando, disperatamente, di salvarli. Gia’ domenica scorsa, a Licata, erano stati avvelenati diversi randagi. In contrada Cannavecchia sono intervenuti i carabinieri, la polizia municipale e i volontari de “I delfini”.

Intanto due persone sono sospettate per la strage di cani – 27 animali morti avvelenati – avvenuta nei giorni scorsi in contrada Muciare a Sciacca. La locale Procura della Repubblica avrebbe raccolto significativi elementi circa un loro possibile coinvolgimento nella vicenda. Le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore Michele Marrone e sono avvolte nel piu’ stretto riserbo. Non e’ chiaro se i due siano stati gia’ iscritti nel registro degli indagati.