Naro: indagini georadar a Santa Maria di Gesù

Il georadar è una metodologia non invasiva che si basa sull’invio nel sottosuolo di onde elettromagnetiche e  permette di individuare: tombe, cripte, fondazioni di precedenti luoghi di culto presenti sotto il pavimento nelle chiese, e ancora strutture di interesse archeologico al di sotto di strade e piazze e anche in aperta campagna.

La strumentazione è stata utilizzata questi giorni a Naro nella chiesa di Santa Maria di Gesù di Piazza Marconi.

Il Parroco della Chiesa Don Paolo Morreale ha commentato così:

“Per interessamento della Curia Arcivescovile di Agrigento, un’indagine con Georadar ci permetterà di capire cosa c’è nel sottosuolo dei due principali vani della Chiesa di Santa Maria di Gesù.

Le nostre chiese così antiche, costruite secoli fa potrebbero nascondere di tutto: se una persona anziana sempre fa indagini mediche, analisi e visite specialistiche, immaginiamo una chiesa che è una struttura situata per centinaia di anni nello stesso posto. Chiedo la carità di appoggiare in qualsiasi maniera positiva queste iniziative per la conservazione, la valorizzazione dei beni culturali.”

La Chiesa ed il relativo convento di Santa Maria del Gesù in Naro furono edificati intorno al 1470 dai frati Minori Osservanti, dell’ordine dei Mendicanti, che daranno vita, in seguito, al casale omonimo sotto l’influsso dei Francescani, utilizzando l’impianto di una precedente torre di preguardia, edificata durante la lotta contro i Turchi, al tempo di Carlo V.

Nel 1595 i locali, ampliati e ristrutturati, furono ceduti ai Padri Riformati, ad opera di Francesco da Mazarino.

La struttura originaria del convento è andata quasi del tutto perduta, a causa di diversi rifacimenti.

Il convento, in origine sede di una comunità di oltre trenta religiosi, che tenevano una scuola di filosofia e teologia, è oggti completamente inglobato nelle abitazioni circostanti.

In esso dimorò per molti anni Fra’ Giovanni Pantaleo, dei Padri Riformati, prima di seguire Garibaldi ed i Mille, aderendo al proclama del Generale indirizzato ai buoni preti del 14 maggio 1860, assieme al quale il 17 settembre 1860 entrò a Napoli, nella sua stessa carrozza.

Attualmente la chiesa, dalla fine del secolo XVII, si presenta ad impianto longitudinale ad unica navata con abside semicircolare, cappelle laterali e nicchie, che modulano con grande effetto l’interno in stile tardo manieristico, trasformato ed alterato a seguito di diversi interventi di restauro.