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Agrigento: chiesa presa di mira, secondo incendio in pochi giorni; l’abbraccio dell’arcivescovo

Monsignor Montenegro con padre Giuseppe Giammusso

Monsignor Montenegro con padre Giuseppe Giammusso

Un incendio di quasi certa natura dolosa ha distrutto lo studio di un sacerdote in via Cicerone, ad Agrigento. Il rogo, dopo avere danneggiato un armadietto, si è propagato ed ha distrutto il locale attiguo alla parrocchia Santa Teresa Bambin Gesù.

Parrocchia Santa Teresa Bambin Gesù

Si tratta del secondo incendio indirizzato nei confronti della stessa chiesa. Cinque giorni fa il fuoco, che sembrava provocato dal surriscaldamento di un quadro elettrico, ha danneggiato la sacrestia. Le fiamme sono state spente dai vigili del fuoco. Indagano polizia e carabinieri.

Fiamme alla canonica

È amareggiato e deluso ma come ogni mattina al suo posto padre Giuseppe Giammusso parroco della parrocchia Santa Teresa del Bambino Gesù di via Papa Luciani ad Agrigento che nel giro di una settimana ha visto due incendi bruciare dapprima la sacrestia e l’ultimo tutto quanto è necessario per la celebrazione della Messa.

Padre Giammusso, molto amato in città, ha già perdonato chi ha razziato e devastato parte degli immobili della sua parrocchia; sorpresi e perplessi i tanti fedeli accorsi a manifestare la loro vicinanza a don Giuseppe, che li invita a pregare per chi ha commesso l’atto.

Suppellettile bruciata

Anche l’arcivescovo, il card. Francesco Montenegro non ha voluto far mancare la sua vicinanza a padre Giammusso e si è recato, stamani, a visitare e vedere con i suoi occhi la devastazione della piccola chiesetta.

«Se c’è tanto male in giro – ha detto il card. Montenegro – non è solo colpa dei cattivi, ma la colpa è anche nostra che forse non siamo abbastanza buoni; è questa la provocazione che il Signore attraverso noi vuole dare agli altri. Anche in questi momenti dobbiamo dare testimonianza di amore e di pace. Prendiamo atto – ha proseguito l’arcivescovo – che il Signore ci chiede di avere il coraggio della nostra fede e del suo amore, diciamo di no a chi ha atto determinati gesti qualunque sia il suo motivo. Però anche noi, il nostro territorio è un po’ litigioso, quanti cristiani vanno a messa e quanti tra di loro non si parlano, cerchiamo di essere luce in questo buio, cerchiamo di fare in modo che chi incontra noi possa sentirsi vicino al cielo, possa avere il desiderio del bene».

E poi concludendo il suo intervento l’arcivescovo ha avuto parole di stima ed affetto per padre Giammusso: «A padre Giammusso – ha concluso il card. Montenegro – va tutto il mio apprezzamento, tutto il mio affetto, la mia solidarietà ed anche a voi che frequentate questa comunità. Viviamo questo momento difficile come spinta di vivere il bene nella nostra vita da cristiani. Preghiamo per questa città e preghiamo anche per i cattivi».