Categories: AgrigentoPRIMO PIANO

Fratello di Alfano diffida Rai Tre: “Report non trasmetta intervista rubata”

“In merito alle anticipazioni di una intervista rubata che dovrebbe andare in onda all’interno del programma Report, domani 17 ottobre (oggi n.d.r.), su Rai 3, alle ore 21:30, e che ho avuto modo di leggere attraverso gli account Facebook e Twitter, sul sito www.raiplay.it e sulle agenzie di stampa di oggi, ho inviato una diffida al direttore di Rai 3 Daria Bignardi, all’autore del programma Milena Gabanelli, e al produttore esecutivo di Report Paola Bisogni”. Lo comunica in una nota Alessandro ALFANO, FRATELLO del ministro dell’Interno, in merito all’inchiesta che andrà in onda domani (oggi n.d.r.) su Report sul suo ruolo di dirigente delle Poste in Sicilia. Nella diffida alla messa in onda, indirizzata “al direttore di Raitre Daria Bignardi, all’autore di Report Milena Gabanelli, al produttore esecutivo di Report Paola Bisogni”, ALFANO precisa che quella annunciata non è “una mia intervista, ma di dichiarazioni che sono state registrate da un soggetto che non si è in alcun modo qualificato come giornalista e riprese da una telecamera inizialmente occultata. Metodologia che sicuramente non risponde ai canoni professionali del giornalista e, ancor più grave in questo caso, del servizio pubblico”. “Vi chiedo pertanto, formalmente, di non mandare in onda dette dichiarazioni poiché le stesse sono state ottenute contro la mia volontà e non sono accompagnate dal alcuna mia dichiarazione liberatoria – aggiunge Alessandro ALFANO – Qualora mi fosse stata richiesta un’intervista l’avrei senz’altro rifiutata in pieno ossequio alle direttive aziendali che regolano la comunicazione esterna dei dirigenti di Poste Italiane. Solo il rispetto di questi obblighi, quindi, mi impedisce di entrare nel merito, in questa sede, delle infamanti e non veritiere accuse che mi vengono mosse con il citato servizio televisivo”.

“Sarebbe stato sufficiente – aggiunge Alessandro Alfano – al giornalista un semplice approfondimento per verificare la infondatezza delle accuse che mi vengono mosse sia con riferimento alla natura del mio titolo di studio, sia ai titoli da me posseduti all’atto dell’instaurarsi del rapporto di lavoro, sia con riferimento alle procedure relative alla selezione per Segretario Generale della Camera di Commercio di Trapani”. “Bastava forse ricordare che quasi tutti gli episodi citati sono già stati oggetto di approfondite verifiche giudiziarie che hanno certificato la correttezza del mio operato, la mia evidente condizione di parte lesa in un procedimento penale nel quale sono stato archiviato e cioè a seguito del quale non ho nemmeno subito un processo perché tutto si concluso ben prima del processo, con parole nette e chiare del giudice”. “Sarà, pertanto, mio dovere, qualora il servizio dovesse andare in onda senza gli opportuni approfondimenti e le indispensabili verifiche, tutelare la verità, il prestigio mio e dell’azienda privata per cui lavoro nelle opportune sedi giudiziarie. Vi ricordo, inoltre, che compito del servizio pubblico nazionale è quello di informare, non creare tesi diffamatorie”, conclude il fratello del ministro.