Agrigento

Agrigento, democrazia partecipata, Carlisi (M5S): “Cifra stanziata scesa da 55mila a 13 mila euro”

La consigliera comunale del Movimento Cinque Stelle Marcella Carlisi – intervenendo in merito alla democrazia partecipata – rifila una “stoccata” all’amministrazione comunale a guida Firetto

“Aspettando le luci in via Atenea arriva la luce del prossimo avviso per la democrazia partecipata. La cifra stavolta stanziata, nonostante nella delibera si dice che è confermata la medesima assegnazione dell’anno 2017, quando era pari a 55.944 euro,  è di circa 13mila euro.Cosa è successo? Ci siamo beccati una bella sanzione per non avere speso bene le cifre negli anni precedenti? Forse a causa del centro per l’autismo mai realizzato?Ricordo a questa amministrazione che fare spendere soldi del bilancio chiedendo la partecipazione ai cittadini, significa realizzare un bilancio partecipativo, per il quale c’è un regolamento comunale vigente. Infatti  la sospensione che  questa amministrazione (per spendere le somme limitando la partecipazione dei cittadini) ha fatto sancire al consiglio comunale, più interessato (speriamo solo l’anno scorso) alle istanze della giunta piuttosto che a quelle  dei cittadini, era per il 2017 e la DELIBERA N° 209 DEL 14.12.2017 rinvia all’anno 2018, cioè a questo, l’applicazione del regolamento l’applicazione del bilancio partecipativo per cui ci sono a disposizione almeno le somme del 2% dell’IRPEF.Come propone la giunta di  spendere i soldi?L’atto di indirizzo parla di: servizio civico ai cittadini (sempre circa 4 euro l’ora), i 2600 anni dalla Fondazione di Agrigento, Bronzo di Pirandello in movimento, bagni pubblici (quindi è fallito il bando?), supporto a studenti meritevoli, Organizzazione eventi Estate. Sicuramente altre sarebbero state le scelte degli agrigentini!!Un’amministrazione poco attenta ai bisogni dei cittadini, distratta, interessata solo a presenziare ad eventi  e a celebrare matrimoni fuori dal nostro comune, a Siculiana, dove i matrimoni fuori dalla casa comunale sono ormai una realtà che ad Agrigento, chissà perché agli agrigentini e non, sembra proibita.”