Agrigento

Agrigento, inchiesta “Criminal drinks”, estradato il capo dell’organizzazione

E’ giunto a Fiumicino Sebastien Hubert A. B. De Meesman, 37enne belga, capo dell’organizzazione criminale dedita al commercio fasullo di alcolici e colpito da mandato d’arresto europeo per falso e frode fiscale, con un danno per l’erario di circa 70 milioni di euro. L’uomo e’ stato rintracciato in Belgio nel febbraio scorso a seguito delle risultanze investigative dell’operazione denominata “Criminal Drinks”, che ha coinvolto le law enforcement italiane in stretta collaborazione con quelle europee.

In particolare, le attivita’ di raccordo sinergico dello SCIP – Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia del Dipartimento della Pubblica Sicurezza con gli omologhi belgi, e le indagini effettuate dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Agrigento e dall’Agenzia delle Dogane di Porto Empedocle, hanno permesso lo smantellamento dell’associazione a delinquere transnazionale. L’uomo e’ stato estradato in Italia e condotto presso la competente Casa Circondariale a disposizione dell’autorita’ giudiziaria siciliana.

L’operazione  “Criminal drinks”, è stata promossa dalla Procura della Repubblica di Agrigento (all’epoca procuratore capo, Renato Di Natale, procuratore aggiunto Ignazio Fonzo, sostituto procuratore Andrea Maggioni) ed è stata eseguita dalla Guardia di Finanza di Agrigento, con la collaborazione di colleghi di mezza Italia e del personale dell’Ufficio delle Dogane di Porto Empedocle.

L’inchiesta è stata proficuamente proseguita sempre dal sostituto Andrea Maggioni con il coordinamento del procuratore capo, Luigi Patronaggio, sino ad arrivare ad oggi, terzo passaggio di un’indagine delicata e complicata.

Il complesso delle risultanze istruttorie  ha permesso di individuare l’esistenza e l’operatività, in diversi luoghi d’Italia e d’Europa, di un’articolata organizzazione criminale a carattere transnazionale che, serialmente, dapprima istituisce e, poi, gestisce fittizi depositi fiscali di prodotti alcolici, per mezzo dei quali viene simulata la movimentazione di ingenti quantitativi di bevande alcoliche (birra e spiriti), verso tali depositi che, in realtà, ivi mai materialmente giungono.

La strategia criminale, ha consentito ad una pluralità di soggetti esteri, “clienti” dell’organizzazione criminale oggetto di indagine, di beneficiare, economicamente e finanziariamente, dell’apparente trasferimento delle merci in Italia (presso i vari depositi fiscali fittizi).

Sono stati accertati migliaia di falsi trasporti di prodotti alcolici presso i depositi fiscali fittizi italiani, che hanno consentito ai “clienti” (depositi fiscali mittenti, dietro ai quali si possono celare le società produttrici di alcolici oppure grandi centri di distribuzione commerciale) dell’organizzazione criminale di determinare le condizioni per la creazione di cospicue “sacche di evasione fiscale” in relazione a prodotti alcolici realmente esistenti che, risultando cartolarmente trasferiti verso i depositi fiscali fittizi, possono essere totalmente rivenduti “in nero” ( ovvero senza accisa; senza Iva, senza Imposte Dirette) nel Paese produttore d’origine e/o in altri Paesi d’Europa.

In Italia, dal punto di vista fiscale, rimangono i rappresentanti legali dei depositi fiscali italiani oggetto d’indagine (verso cui fittiziamente e solo cartolarmente vengono spedite le merci) e il carico di un ingente debito fiscale ( in specie accisa ed Iva) destinato comunque a rimanere insoddisfatto a causa della loro insolvenza (come accade usualmente nel caso delle cosiddette “cartiere”).

Nel primo troncone di indagine figurano 45 indagati sparsi per mezza Europa (16 i provvedimenti di fermo, quasi tutti eseguiti): Sebastien Hubert Albert Beatrice De Meersman, 36 anni, nato e residente in Belgio; Antonio Crapanzano, architetto di 54 anni, di Favara; Thomas Magrì 43 anni nato a Bergamo ma residente a Campobello di Licata, impiegato comunale; Andre Stolk, persona straniera non identificata; Alessio Zingoni 47 anni di Pisa; Claudio Cassulo 43 anni di Voghera; Francesco Cimieri, 53 anni di Cirò Marina (Kr), residente a Perugia e domiciliato a Londra; Pierpaolo Palmisano, 43 anni, di Putignano e residente a Locorotondo (Ba); Pierino Del Maestro, 70 anni di Cassino (Fr) e residente in Cervaro (Fr); Rosalba Rossi, 39 anni, nata in Svizzera e residente a Sant’Andrea del Garigliano (Fr); Andrea Protti, 39 anni di Mede (residente in Rivanazzano Terme (Pv); Michele Rossi, 94 anni di Arpino (Fr) e residente a Sant’Andrea del Garigliano (Fr); Anita Figlioli, 66 annidi Santa Cristina D’Aspromonte (Rc) e residente in Genova; Giorgio Mellia, 56 anni, di Milano e residente in Stradella (Pv); Ana Shatku, 42 anni, di Peshkopi (Albania) e residente in Aquino (Fr); Loris Shatku, 36 anni, nato in Albania e residente in Aquino (Fr); Ugo Corsini, 40 anni di Genova e residente in Pieve Ligure (Ge); Francesca Tedone, 39 anni di Genova.

La seconda fase dell’operazione “Criminal drinks”, che nella prima fase aveva anche condotto all’esecuzione di 4 ordinanze di custodia cautelare (3 in carcere ed 1 ai domiciliari) ha fatto registrare un importante risultato con l’arresto, a Londra, di un componente dell’organizzazione, dedita all’evasione delle Accise e dell’Iva mediante la creazione di depositi fiscali e movimentazioni fittizie di alcolici di provenienza comunitaria: Francesco Cimieri di Cirò Marina (KR) domiciliato a Londra, Old Brombton Road South Kensinghiton;

Dando seguito agli accordi stipulati durante apposito incontro tenutosi presso l’Ambasciata del Regno Unito in Roma lo scorso dicembre 2016, l’autorità britannica ha proceduto a dare esecuzione al mandato di arresto europeo emesso nei confronti del latitante, esponente di vertice dell’organizzazione ed anello di congiunzione verso i depositi di destinazione delle movimentazioni fittizie sul territorio italiano.

Il capo dell’organizzazione sarebbe Sebastien Hubert Albert Beatrice De Meersman, 36 anni, nato e residente in Belgio che presto verrà estradato in Italia e consegnato alla Procura di Agrigento.

Quest’organizzazione – costituita da diversi sottogruppi  – dapprima istituisce e poi  gestisce fittizi depositi fiscali di prodotti alcolici, per mezzo dei quali viene simulata la movimentazione di ingenti quantitativi di birra e spiriti verso tali depositi che, in realtà, ivi mai materialmente giungono.

La strategia criminale ha consentito – e tuttora consente –  ad una pluralità di soggetti esteri, “clienti” dell’organizzazione criminale, di beneficiare, economicamente e finanziariamente, dell’apparente trasferimento delle merci in Italia (presso i vari depositi fiscali fittizi).

Partendo da un primo  deposito a Favara nel settembre 2014, le indagini in progress hanno svelato l’esistenza di almeno altri 8 depositi fiscali fittizi in tutta Italia.

Gli interessi economici ruotanti intorno alla vicenda illecita ammontano – ad oggi –  ad una cifra che, con stima prudenziale, si avvicina ai 100 milioni di €.

Altro step significativo è stato l’esecuzione, a Cassino e Bari, di due ordinanze cautelari disposte  dal Gip di Agrigento: arresti domiciliari per Pierino Del Maestro, 70 anni, “operatore informatico” presso i depositi fiscali di Tortona (Al), Genova, Portalbera (Pv) e Torino; custodia cautelare in carcere per  Pierpaolo Palmisano, 43 anni,  ritenuto “organizzatore e capo” del sodalizio criminale.

Particolarmente significativa l’esecuzione della misura cautelare della custodia in carcere disposta sempre dal Gip di Agrigento nei confronti di Nicola Zocchi, 45 anni, e S.M., 36 anni, avvenuta appena i due (anch’essi considerati organizzatori/capi” del sodalizio criminale), sono giunti sul territorio italiano, all’uscita dal traforo del Monte Bianco.

Con il fermo odierno di altre sei persone l’inchiesta giunge ad un punto di svolta. Ma non è ancora terminata.