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Agrigento, la Cattedrale tra cure e promesse

Il Colle di Agrigento su cui poggia la Cattedrale intitolata a San Gerlando, patrono della città, è “malato” e attende di essere messo in sicurezza. 

Mentre si attendono i tempi della burocrazia, 90 giorni di tempo dati dal Governatore Musumeci, per dare compimento fattivo alle promesse, e arrivare, finalmente,  al bando europeo per cercare gli esperti che dovranno realizzare il progetto di consolidamento per il dissesto idrogeologico del colle sul quale sorge il Duomo della città dei Templi, il “contatore del silenzio”, continua a segnare, in tempo reale, gli anni, i mesi, i giorni, le ore, i minuti e i secondi dalla chiusura al culto della cattedrale di Agrigento, 25 febbraio 2011.

Ad oggi la sola certezza parte dall’Urega, l’Ufficio regionale per l’espletamento di gare per l’appalto di lavori pubblici. 

I lavori, del progetto di messa in sicurezza e funzionale alla riapertura  della Cattedrale e propedeutici alla messa in sicurezza del Colle, sono stati  aggiudicati  all’impresa Arkeo di Favara, sotto la visione di Teotista Panzeca, professore ordinario di Scienza delle Costruzioni presso la Facoltà di Architettura dell’Università  di  Palermo, consisteranno nell’ingabbiamento della struttura.

“Verranno utilizzate delle catene, commenta Panzeca all’Amico del Popolo, sia in elevazione che in fondazione, utilizzandole in funzione delle necessità per bloccare i movimenti in atto. La diversità rispetto al passato consiste nella possibilità di effettuare una appropriata tirantatura, trasferendo così tramite le piastre di testata un effetto di compressione sulla muratura, poi di poter variare la tirantatura in funzione della necessità, più elevata nelle zone più distanti dal fulcro, e  inoltre di potere eventualmente sostituire le funi con altre più consistenti, se necessario, e principalmente di tenere sotto controllo attivo l’evolversi del fenomeno, come un medico tiene sotto controllo la pressione del malato. 

E ancora continua il professore Panzeca: “Al sistema base di intervento si aggiungono funi diagonali che passeranno sotto le falde dei tetti delle navate laterali, necessarie per mantenere il fuori piombo della parete nord e del colonnato sud, ambedue inclinate verso valle. La tenuta della parete nord e del colonnato sud avverrà tramite il trasferimento con funi degli sforzi sugli elementi più rigidi: la parete di facciata e la parete che ingloba l’arco trionfale. Verrà rinforzata la colonna laterale di accesso alla cappella di San Gerlando e verranno demolite uno dei due contrafforti della parete nord (quello interno) e due contrafforti dietro l’abside, questi ultimi sostituiti da tre file di catene disposte lungo la parete circolare esterna. Altri interventi di minor rilievo, ma necessari, conclude Panzeca, riguardano alcuni pilastri ottagonali della navata centrale e gli archi coinvolti in questo fenomeno di danneggiamenti”. 

E in merito all’inizio dei lavori, apprezzamento arriva non solo dall’Arcidiocesi e dal Comune di Agrigento, ma anche dal nuovo Consiglio dell’Ordine degli Architetti, che da sempre ha sostenuto che Agrigento, in un momento di riscatto sociale, economico e culturale, non può continuare a vedersi sottrarre il luogo di culto principale rappresentato dalla propria Cattedrale.

“Abbiamo ribadito, e continuiamo a farlo, commenta il presidente dell’Ordine degli Architetti, Alfonso Cimino, che ognuno di noi deve essere chiamato alle proprie responsabilità e ai propri doveri istituzionali. Ad oggi niente è stato fatto per la Cattedrale e per il Colle di Agrigento”. “I processi di rigenerazione urbana e di rinascita del centro storico agrigentino devono obbligatoriamente passare da una rigenerazione sociale e politica. Occorre, continua Cimino, ripensare i nostri centri storici e incentivare gli interventi sul centro storico defiscalizzando i proprietari. Ritengo sia necessaria una strategia attenta e organica nel rilanciare la città e il suo centro storico, parte integrante della Valle dei Templi. Non è possibile pensare di continuare a parlare di interventi o di tavoli tecnici, oggi desideriamo avere le certezze sul ripristino del costone a valle della Cattedrale. Noi, come Architetti, siamo certi che il rilancio del centro storico e gli interventi di rigenerazione culturale e sociale potranno rappresentare una grande ripresa economica della nostra città”.