Agrigento

Agrigento, l’affondo dell’ex comandante Antonica sul crollo Palazzo Crea: “Bisognava intervenire già nel 2011”

“Bisognava intervenire già nel 2011 e in maniera tempestiva. La situazione del costone sopra il palazzo Crea era nota addirittura dal 2009 quando fu inoltrata una richiesta di finanziamento del progetto, che non andò a buon fine, sul costone tra le vie Giovanni XXIII e il Viale della Vittoria.”

Cosimo Antonica
Il crollo del costone su Palazzo Crea

E’ duro l’affondo dell’ex comandante della Polizia Locale di Agrigento Cosimo Antonica, chiamato a testimoniare dal pubblico ministero Manuela Sajeva, nell’ambito del processo sul crollo del costone del Palazzo Crea avvenuto il 5 marzo 2014 e che ha causato lo sfollamento di una settantina di famiglie oltre a diverse attività commerciali. Una figura – quella di Cosimo Antonica – che è stata al centro di un lungo “scontro” tra accusa e difesa. Antonica, infatti, fu delegato dall’allora sostituto procuratore della Repubblica di Agrigento Andrea Maggioni ad indagare sulle cause del crollo. Antonica, al momento della vicenda, era però anche il Comandante in carica della Polizia Locale con incarichi di protezione civile. 

Per le difese Antonica sarebbe dovuto esser iscritto nel registro degli indagati mentre per la Procura è il teste chiave del processo. Il giudice monocratico Rosanna Croce, oggi sostituita dal magistrato Coffari, decise di ammettere la testimonianza dell’ex comandante. Che oggi è ritornato in aula prospettando una situazione ingarbugliata.

“Gli uffici non riuscivano a coordinarsi, tutti erano competenti ma nello stesso tempo nessuno lo era. Si venne a creare una situazione di stallo non più tollerabile. Furono organizzate diverse riunioni alle quali i dirigenti interessati neanche parteciparono.”

Infine Antonica ha spiegato – secondo un regolamento stilato dall’allora commissario straordinario che sostituì l’allora sindaco Zambuto – quale fosse l’ufficio competente preposto a svolgere questo tipo di attività: “L’ufficio competente è sempre stato quello dei Lavori Pubblici (oggi Ufficio Infrastrutture) guidato dall’ingegnere Principato fino al 2017.”

Sul banco degli imputati, con l’accusa di disastro colposo, ci sono l’ex sindaco di Agrigento, Marco Zambuto, ed il dirigente dell’ufficio tecnico, Giuseppe Principato mentre ai proprietari dei terreni adiacenti al Palazzo Crea – Maria Isabella Sollano, 76 anni, e i figli Valentina e Oreste Carmina, 50 e 47 anni – viene contestato il non aver adempiuto ad una ordinanza sindacale dell’aprile 2011.