Agrigento

Agrigento, operazione “Up e down”; droga sull’asse Favara-Belgio: Rania ed altri quattro a processo (ft)

Comincerà il prossimo 13 settembre avanti il Tribunale di Agrigento, prima sezione penale presieduta da Alfonso Malato, il processo a carico di cinque persone rimaste intrappolate dall’inchiesta Up&down che ipotizza un traffico di cocaina sull’asse Belgio-Favara passando per Palermo e che potrebbe avere un collegamento – in tal senso le dichiarazioni del neo pentito favarese Giuseppe Quaranta sembrano confermare tale ipotesi – con la guerra tra bande combattuta a suon di omicidi sulla stessa asse.

Si tratta di Carmelo Fallea, 42 anni, di Favara, Gaspare Indelicato, 35 anni, di Favara, Calogero Presti, 44 anni, di Favara e Rania El Moussaid, 32 anni, originaria del Marocco e residente ad Agrigento, Carmelo Vaccaro, 40 anni, nato in Svizzera ma residente a Lodi.

Calogero Presti
Carmelo Fallea
Carmelo Vaccaro
Gaspare Indelicato
Gioacchino Alba
Rania El Moussaid

Tutti, insieme a Gioacchino Alba, favarese ritenuto la mente dell’organizzazione processato separatamente,  sono accusati di essersi associati, ognuno con specifici compiti, per detenere, commerciare, cedere sostanza stupefacente (hashish e cocaina) proveniente anche dal Belgio.

L’operazione antidroga “ Up & Down” dei Carabinieri della Compagnia di Agrigento scattò all’alba della vigilia di Natale di due anni fa con l’arresto di sei persone e  una quindicina di indagati (alcuni processati separatamente ed altri processati avanti altra Autorità giudiziaria.

Si tratta di Gioacchino Alba, 50 anni, di Favara, Alessandro Anello, 37 anni, di Palermo, Andrea Calandra, 37 anni, di Palermo, Domenico Di Paola, 36 anni, di Palermo, Rania El Moussaid, 32 anni, nata a Casablanca in Marocco ma da tempo residente ad Agrigento, Carmelo Fallea, 42 anni, di Favara, Stefano Giaconia, 32 anni, di Palermo, Gianluca Giarratana, 28 anni, di Cammarata, Giuseppe Giarratana, 32 anni, di Cammarata, Vincenzo Giudice, 39 anni, di Palermo, Gaspare Indelicato, 35 anni, di Favara, Calogero Presti, 44 anni, di Favara, Stefano Sacco, 53 anni, di Porto Empedocle, Gaetana Terrana, 35 anni, di Palermo, e Carmelo Vaccaro, 39 anni, di Favara.

Venne scoperto un traffico di sostanze stupefacenti tra il Belgio, Palermo, Favara e Porto Empedocle e gli indagati vennero accusati di associazione a delinquere finalizzato al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti.

L’indagine, coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, Claudio Camilleri e condotta dal Nucleo Operativo e Radiomobile di Agrigento e dalla Tenenza di Favara, dall’Aprile al Novembre del 2014, ha portato all’individuazione di un’organizzazione criminale operante nella provincia dedita al traffico di cocaina e di hashish che dal Belgio e da Palermo faceva pervenire regolarmente presso Favara per poi distribuire le sostanze stupefacenti al dettaglio. È stato proprio il percorso che seguiva la droga verso il basso dal nord Europa all’Italia a dare il nome all’indagine “Up & Down”.

Secondo gli inquirenti, Carmelo Fallea acquistava l’hashish da soggetti palermitani, che mediante dei corrieri lo facevano poi pervenire a Favara, dove lo stesso si avvaleva di alcuni soggetti come Presti o l’empedoclino Sacco per occultarlo in luoghi sicuri e a lui non riconducibili, ma anche per venderla al dettaglio agli spacciatori locali. Il referente dell’organizzazione palermitana era Vincenzo Giudice, soggetto di spicco di cosa nostra già arresto nel maggio del 2015 nell’ambito dell’operazione “Verbero”. Il fornitore Giudice, secondo quanto accertato dalle indagini, non aveva contatti diretti con l’organizzazione. Era, infatti, la sua compagna Rania El Moussaid, che curava le comunicazioni tra il palermitano e il favarese Fallea.

La cocaina invece proveniva circa una volta al mese dal Belgio, occultata all’interno di pacchi spediti, ovviamente con destinatario e mittene fasulli, tramite le diverse società di trasporti e traslochi che regolarmente compiono viaggi da e per il Belgio a favore soprattutto dei molti emigrati. Giunti a destinazione i pacchi venivano ritirati direttamente presso il deposito degli spedizionieri, che fungevano, del tutto ignari, da corrieri. Il pagamento della sostanza veniva effettuato dal Fallea che personalmente si recava in Belgio accompagnato da Vaccaro. Durante il corso dell’indagine sono stati effettuati l’arresto nel giugno 2014 di Calogero Presti che nella sua abitazione di campagna aveva 20 kg di hashish. Nel periodo delle indagini in manette era finito anche Ignazio Blandino che appena sbarcato a Lampedusa proveniente da Porto Empedocle aveva appena ricevuto 50 grammi di cocaina da soggetti dell’organizzazione oggetto d’indagine. Un ulteriore sequestro di 1 kg di cocaina e di 4 kg di hashish era stato effettuato nel settembre del 2014: da qui i militari hanno appurato la metodologia di spedizione dal Belgio all’Italia attraverso ignare compagnie di trasporto favaresi.