Organizzato con eleganza e sobrietà dall’Associazione nazionale magistrati – sottosezione di Agrigento – (segretario Simona Faga, presidente Giuseppe Miceli) si è svolto stasera il convegno ‘Dalla mafia alle mafie, l’agenda della mafia che si rinnova. Conversazioni su un fenomeno senza volti e confini’. Ne hanno discusso il Procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio, lo scrittore e giornalista Attilio Bolzoni e l’on. Piera Aiello, testimone di giustizia, per la prima volta senza coprire il volto in un’occasione pubblica. Ha moderato i lavori la giornalista Elvira Terranova.
Molte le presenze eccellenti al convegno e molte anche le presenze di gente che ha voluto ulteriormente capire del fenomeno mafia e della vicenda che ha portato alla morte Paolo Borsellino e la sua scorta.
Particolarmente seguita Piera Aiello che per 27 anni ha vissuto lontano dalla sua terra, la Sicilia. E nelle occasioni pubbliche il volto era sempre coperto, per non farsi riconoscere. Lo scorso mese, Piera Aiello, testimone di giustizia, ha deciso di scoprire per la prima volta il suo viso. E oggi, alla vigilia della commemorazione della strage di Via D’Amelio, per la prima volta, Piera Aiello, deputata del M5S, ha raccontato la sua storia a viso scoperto.
Il marito di Piera Aiello, Nicolò Atria, figlio del boss Vito Atria, fu ucciso il 24 giugno 1991, davanti alla moglie. Piera Aiello decise subito di denunciare i due assassini del marito e iniziò così a collaborare con la polizia e la magistratura, unitamente alla cognata Rita Atria con il giudice Paolo Borsellino.
La cognata, dopo la strage di via D’Amelio, decise di togliersi la vita, per la disperazione. Oggi, a distanza di quasi trent’anni, Piera Aiello ha parlato senza filtri: “Non ho scatti che mi ritraggono con i miei figli, le uniche immagini sono quelle della loro nascita. Nessun selfie, nulla. Ma adesso mi riapproprio della mia vita, del mio volto: è come rinascere. Domani ricorderemo Paolo Borsellino, ventisei anni dopo. Il 19 luglio del 1992, ho perso un padre, un maestro, una guida. Zio Paolo Borsellino, per me, non era solo il Procuratore Capo della Procura della Repubblica di Marsala; è stato molto di più. Quando incontrai Paolo Borsellino non avevo idea del ruolo che ricopriva e soprattutto non mi rendevo conto dell’importanza di quell’incontro. Dopo quel primo incontro Paolo Borsellino per me non rappresentò solo il magistrato che si occupava delle mie testimonianze, ma diventò un amico, un padre a cui aggrapparsi nei momenti di sconforto (e sono stati tanti!). Oggi, ha sottolineato Piera Aiello, noi rappresentanti dello Stato abbiamo il dovere di chiedere SCUSA, per averli lasciati soli, per non averli protetti, oggi lo Stato dovrebbe avere il CORAGGIO DI CHIEDERE SCUSA. L’unico modo per onorarli e onorare il loro lavoro è chiedere e ottenere VERITA’ e GIUSTIZIA”.
Di seguito tutte le interviste dei protagonisti dell’importante kermesse odierna.
Intervista presidente Associazione nazionale magistrati – sottosezione di Agrigento- Giuseppe Maria Miceli
l’intervista ad Attilio Bolzoni
Intervista Luigi Patronaggio, procuratore di Agrigento
intervista on. Piera Aiello
Intervista ad Alessandro Marsicano testimone di giustizia di Palermo