Agrigento

Agrigento, “Uccise il socio con 27 coltellate”: Riggio condannato a 12 anni, esclusa aggravante crudeltà; protesta la parte civile

Il Gup del Tribunale di Agrigento Gianfranca Infantino ha condannato a 12 anni di reclusione (rito abbreviato) Vito Riggio, il 30enne palermitano che uccise il 5 maggio 2016 – all’interno di un capannone alla zona industriale di Agrigento – Giuseppe Mattina, un meccanico agrigentino con cui era in affari.

La Procura di Agrigento con il sostituto procuratore Simona Faga, al termine della requisitoria aveva chiesto per Riggio la condanna a 30 anni di carcere contestando l’aggravante della crudeltà. Ipotesi questa a cui si era associato anche l’avvocato Salvatore Cusumano che difende gli interessi dei familiari della vittima. 

Il giudice ha, dunque, concesso tutte le attenuanti generiche escludendo sia la premeditazione che la crudeltà. 

Disposto, invece, il risarcimento da subito esecutivo di 50 mila euro per la moglie e il figlio di Giuseppe Mattina mentre 30 mila per la madre.

Giuseppe Mattina, meccanico agrigentino, fu ucciso il 5 maggio 2016 in un magazzino della zona industriale di Agrigento con 27 coltellate. Vito Riggio, suo socio in affari, dopo averlo ucciso e legato si andò a costituire presso il commissariato di Brancaccio. 

“E’ una sentenza ingiusta – ha commentato l’avvocato Salvatore Cusumano – perchè la vita di una persona, padre di un bambino, non può valere appena 12 anni. Francamente stento a capire come sia stato possibile concedere le attenuanti generiche a un uomo che ha commesso un omicidio con ventisette coltellate”.

 

 

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