Agrigento

Altra condanna definitiva (tentata violenza privata) per Giuseppe Arnone

La Sezione quinta della Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile (come richiesto dal Procuratore generale) il ricorso presentato nell’interesse dell’imputato Giuseppe Arnone condannato in secondo grado alla pena di un mese di reclusione, senza sospensione condizionale, per il reato di tentata violenza privata.

Diventa, dunque, definitiva anche questa condanna che fa lievitare a tre anni e sei mesi il conto complessivo della reclusione da scontare.

La vicenda, per come ricostruita dalla pubblica accusa, è questa: Arnone avrebbe schiaffeggiato una sua cliente, Maria Grazia Di Marco, tentando anche di colpirla con una testata, per costringerla a firmare un mandato difensivo a suo favore legato alla compravendita di un immobile.

Il processo, nel suo complesso, ha vissuto momenti significativi a cominciare dalla perquisizione di abitazione e studio legale subita dall’ex consigliere comunale, oggi tecnicamente detenuto anche se sta scontando una pena pari ad un anno e quattro mesi per calunnia con affidamento ai servizi sociali.

In secondo grado la Terza sezione penale della Corte d’appello di Palermo (presidente La Neve, a latere Forte e Troja) aveva condannato ad un mese di reclusione l’Arnone per il reato di tentata violenza privata.

Il processo seguiva la condanna di primo grado inflitta dal Gup del Tribunale di Agrigento, Stefano Zammuto che, lo aveva condannato a tre mesi di reclusione, per violenza privata e lesioni dolose riqualificando il capo di imputazione originario di tentativo di estorsione.

Anche i magistrati d’Appello avevano riqualificato il reato che in sentenza di secondo grado venne modificato indicato in tentata violenza privata.

Adesso la situazione per Arnone diventata più complicata, anche sotto il profilo disciplinare. Ifatti, pochi giorni fa ha subito un’altra condanna definitiva per calunnia pari a due anni e due mesi alla quale si aggiunge quella odierna.

Condanne definitive non per diffamazione ma per reati molto gravi quali la calunnia (con recidiva infraquinquennale) e la tentata violenza privata.

Ai conseguenziali provvedimenti dell’Autorità giudiziaria competente che provvederà  a breve a far eseguire le sentenze di condanne definitive seguiranno anche quelli disciplinari (già Arnone ha subito più sanzioni) che si attendono a breve scadenza.

Arnone, qualche giorno fa e prima dell’odierna sentenza, aveva fatto sapere tramite il suo avvocato, che chiederà la grazia al Capo dello Stato.