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Blitz “Kerkent”, indagati fanno scena muta tranne “Gabrielone” che denuncia accusatori

Tutti gli associati del clan Massimino rimasti intrappolati insieme al loro capo nel blitz della Dia denominato “Kerkent” che ha portato in carcere 34 persone,  fanno scena muta davanti al Gip.

Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere Valentino Messina, Francesco Luparello, Angelo Iacono Quarantino accusati di associazione su Porto Empedocle e Fabio Contino associati al clan di Massimino.

Tutti sono difesi dall’avvocato Salvatore Pennica che difende anche chi ha infranto la regola del silenzio ossia Gabriele Miccichè detto Gabrielone che risponde al Gip ed attacca: “Non ho sequestrato Mangione. L’ho preso in macchina dove è salito spontaneamente e l’ho portato in centro storico. Si è incontrato con Massimino hanno parlato, erano loro da soli, non c’era nessuna donna ne armi ne droga. Poi ho riaccompagnato Mangione e in macchina lo stesso mi ha detto di avere paura di Massimino perché temeva di essere ammazzato poiché Massimino gli aveva prestato 30.000 e ed io mi sono limitato ad ascoltare. Non sono colto, ho fatto poca scuola e non è mia abitudine parlare, commentare ma adesso denuncio Mangione e la moglie”