Agrigento

Caffè letterario “Pirandello” propone “donne alta visibilità”

“Tre donne alte” è il titolo di un’opera teatrale di Edward Albee che vinse il premio Pulitzer nel 1994.

In questo evento proposto dal Caffè letterario Pirandello da una idea di Sabrina Turano che metterà nero su bianco in un libro multimediale, di donne alte ce ne sono parecchie.

Si inizia da un’alta visibilità internazionale con donne come Indira Gandhi, astro-Samantha, Rita Levi Montalcini, Bebe Vio, Alda Merini e altre per chiudere il cerchio (ma solo nell’economia di uno spettacolo) con  le donne “provinciali” che costellano anche nel silenzio la testimonianza del loro operato.

Anche qui, come in Albee, l’idea da diffondere come messaggio di disincanto e provocazione al rigetto delle forme castranti che corrompono la dignità della persona.  Un evento testimonianza, quello di Sabrina Turano, che ha raccolto un bel numero di adesioni in ben due ore e mezzo di uno spettacolo che non era spettacolo ma una chiamata a vivere insieme uno spaccato di vita agrigentina e non solo.

Un evento che devia dalle vecchie traiettorie logore e desuete per fornire in un’area che si allarga verso il privato, elementi validi per la ricostituzione del vero grande capitale che oggi appare naufragato e perduto, cioè L’uomo nella sua integrità.

I dipinti di Filippo Baldo ben si attagliano  coi loro sfondi corruschi, quasi rovine di Mosul.

Sabrina Turano  coadiuvata dall’attore Sal Valenti e da Alessandro Montana Lampo non esita a mettere in “gallery” una folta schiera femminista ma che in fin dei conti non ha bisogno del femminismo per proporsi. Non siamo ai livelli del “Time’s up” nato dopo Weinstein che mescola giustizia e grottesco ma neanche lascia intendere che siano contro quel  femminismo che si arroga il diritto di parlare a nome di tutte le donne e nemmeno si scaglia contro il “pover’uomo” predatore e molestatore.

Quel “pover’uomo” che rimane annientato dal “nazifemminismo” della separazione e del divorzio (ne ha scritto perfino il New York Times). C’è in questo “spettacolo” un equilibrio che è stato ben connotato dalla recita che l’attrice Rosy Mandracchia (presentata dal regista Giovanni Volpe) ha tratto da un monologo di Paola Cortellesi  su una precaria similmetalmeccanica.

E’ stato il punto più alto dell’evento  a cui hanno fatto corona  le altre testimonianze di vita a iniziare dai due assessori Gabtiella Battaglia di Agrigento e Oriana  Tezzillo di Racalmuto, l’intervista  all’ispettore di Polizia  Maria Volpe, alla “coach mentale” Luana Landolina, a Simona Carisi medico e scrittrice teatrale, a Filippo Sciacca psicologo e Ina D’Aula insieme all’Associazione Sajeva.

Foto di gruppo per l'evento Donne alta visibilità
Frida Kahlo
Gli assessori di Agrigento e Racalmuto
Ilaria Bordenga con Sabrina Turano
L'attore Sal Valenti con Sabrina Turano
Rosy Mandracchia
Turano con due colleghe funzionarie di Polizia
Turano con Simona Carisi applauditissima_
Un dipinto di Filippo Baldo

Altrettanto incisiva la performance teatrale di Ilaria Bordenga con “Lettera a un bambino mai nato”, e quella musicale di Sara Chianetta,  di Fiammetta Bellanca e Olga Scozzari. E poi l’avvocato Barbara Garascia, l’on. Palillo e Rosalda Passarello e Paolo Cilona che ha presentato la poetessa Daniela Ilardi per chiudere con Sal Valenti che ha interpretato il Vitangelo Moscarda di Pirandello.

Quel Pirandello che, guarda caso, ci induceva a riflettere su “gli altri in noi” e ci ricorda un’altra donna della “gallery” scelta da Sabrina Turano, la Frida Kahlo che scrisse: ”Nessuno è separato da nessuno. Nessuno lotta per se stesso. Tutto è uno. L’angoscia e il dolore, il piacere e la morte non sono nient’altro che un processo per esistere. La lotta rivoluzionaria in questo processo è una porta aperta all’intelligenza”.