Agrigento

Calunnia ai danni dell’avv. Pennica: il “pentito” Tuzzolino in aula scortato e in manette

Visibilmente dimagrito, in manette e scortato dagli agenti del carcere Pagliarelli si è presentato stamani davanti al Tribunale penale di Palermo l’architetto Giuseppe Tuzzolino per rispondere del reato di calunnia nel processo dove è costituito parte civile, con l’avv. Daniela Cipolla, l’avv. Salvatore Pennica.

Era stata la Procura della Repubblica di Palermo a chiederne il rinvio a giudizio per aver accusato ingiustamente e falsamente “sapendolo innocente” l’avvocato Salvatore Pennica che era stato suo difensore in un procedimento che lo vedeva imputato, procedimento che si era concluso con il patteggiamento.

Per la Procura le dichiarazioni del Tuzzolino, (che come si ricorderà, è stato catturato dalla Procura di Caltanissetta con sulle spalle accuse gravissime per essersi rivelato un falso pentito) riguardanti Pennica (tra l’altro mai indagato) furono una totale invenzione per infangare il professionista che subì una perquisizione della Dda che cercava un fantomatico pen drive che secondo l’architetto contenevano “documenti importati”.

Oggi sono stati sentiti i testi avvocato Alfonso Neri, socio dell’avv Pennica e il suocero di Tuzzolino, Salvatore Curto.

Poi è stata la volta dei consulenti informatici del pm, Claudio Camilleri, che hanno eseguito accertamenti sui computer dell’avv. Pennica il cui contenuto informatico ha sconfessato quanto sostenuto dal già collaboratore di giustizia.

Tuzzolino asseriva che l’avv. Pennica deteneva documenti importanti sui propri computer utili alle indagini ed anche che  custodiva segreti della mafia.

I consulenti della Dda Del Monte ed Armadori hanno rimarcato la serietà del professionista sulla base del contenuto degli hard disk che non contenevano tracce di manomissioni ma documenti leciti e dal contenuto coerente con la professione di penalista.

Si tornerà in aula il 13 marzo prossimo, davanti il giudice penale monocratico Vassallo e saranno citati i Procuratori della Repubblica che firmarono il mandato di perquisizione dello studio dell’avv. Pennica ossia i pubblici ministeri Giuseppe Fici, Rita Fulantelli, Andrea Maggioni e Luca Sciarretta.