Agrigento

Calunnia ai danni dell’avvocato Pennica: nelle parole del Pm il dramma e la correttezza di un uomo

E’ una storia che va raccontata in punta di penna, prendendo spunto dall’ottimo articolo di www.agrigentonotizie.it e dopo aver ascoltato dalla  viva voce dei pubblici ministeri procedenti quanto avvenuto in danno dell’avvocato Salvatore Pennica qualche anno fa, sottoposto a perquisizione ad opera della Dda di Palermo sulla scorta di alcune dichiarazioni dell’allora collaboratore di giustizia, Giuseppe Tuzzolino.

Scrive agrigentonotizie: “Sono andato personalmente a perquisire le abitazioni e lo studio dell’avvocato Salvatore Pennica anche perché, essendo un avvocato, era obbligatorio per legge. All’ultimo momento e per ragioni di riservatezza ho avvisato l’allora presidente dell’Ordine Antonino Gaziano”.

Il magistrato Giuseppe Fici, adesso in servizio alla procura generale di Palermo e all’epoca dei fatti, nel 2013, alla Dda di Palermo, racconta in aula le fasi che hanno portato alla perquisizione subita dal noto penalista, prima vittima del falso pentito Giuseppe Tuzzolino, di recente arrestato e poi condannato a 3 anni e 8 mesi con l’accusa di essersi inventato di sana pianta false accuse di corruzione anche nei confronti dell’ex procuratore di Agrigento, Ignazio De Francisci.

Pennica, difensore di Tuzzolino in quegli anni, in seguito al suo arresto per una vicenda di truffe all’ufficio tecnico di Palma, si vide arrivare la Squadra mobile e lo stesso Fici che dovevano perquisire tutte le sue abitazioni e lo studio professionale dove, secondo quelle che si sono rivelate essere le fantasie di Tuzzolino, Pennica (mai indagato) aveva nascosto su suo incarico dei supporti informatici contenenti materiale che scottava.

Tuzzolino, adesso, è imputato di calunnia al tribunale di Palermo e ieri pomeriggio, rispondendo all’avvocato Daniela Cipolla, difensore di Pennica, sono stati ascoltati lo stesso Fici e il magistrato Rita Fulantelli, anche lei adesso in servizio alla Procura generale e in precedenza alla Dda.

“Quando abbiamo esposto i fatti all’avvocato Pennica, – ha raccontato Fici – mi pregò di fare estendere la perquisizione nella maniera più approfondita possibile e ci indicò domicili che neppure conoscevamo. Voleva si facesse chiarezza per potersi, come sta facendo ora, tutelare dalle affermazioni del collaborante. L’esito fu assolutamente negativo, non c’era nulla”.

Il magistrato Rita Fulantelli, invece, ha confermato di avere firmato il decreto di perquisizione e ha aggiunto: “Non ricordo – ha risposto all’avvocato Cipolla – se sono stata io a interrogare personalmente Tuzzolino su queste circostanze che riguardavano l’avvocato Pennica, lo abbiamo interrogato per sei mesi. Se mi hanno chiesto notizie i giornalisti? Non lo so, – risponde – purtroppo in tanti avevano il mio numero anche se io non l’ho mai dato a nessuno”.

Si torna in aula il 23 ottobre per sentire gli altri testi della parte civile, fra i quali l’ex pm di Agrigento Andrea Maggioni.

Ecco, nel resoconto dell’udienza di ieri scorre il film di un dolore, della vergogna, dell’imbarazzo ed anche della rabbia di Totò Pennica, avvocato si, ma anche e soprattutto padre, marito e uomo.