Agrigento

Calunnia dell’ex pentito Tuzzolino ai danni dell’avv. Pennica, non depongono i pubblici ministeri Fulantelli e Fici; giudice si riserva decisione

Continua davanti il giudice penale monocratico Vassallo del Tribunale di Palermo il processo a carico dell’ex collaboratore di giustizia Giuseppe Tuzzolino, accusato di calunnia commessa ai danni del suo ex difensore di fiducia, avvocato Salvatore Pennica.

Oggi Tuzzolino – che è detenuto dopo essere stato catturato su ordine della Procura di Caltanissetta –  era assente mentre presente era la parte offesa rappresentato dall’avvocato Daniela Cipolla.

Oggi bisognava interrogare i pubblici ministeri della Dda di Palermo che disposero la perquisizione nello studio (ma anche abitazione) dell’avv. Pennica alla ricerca di un supporto informatico – indicato dall’allora pentito – contenente importanti documenti. Supporto informatico che mai è stato custodito dal professionista agrigentino.

I pubblici ministeri da interrogare (oggi sostituto procuratore generale presso la Corte d’appello di Palermo) Rita Fulantelli e Giuseppe Fici non hanno deposto perché si è registrata la netta opposizione del pubblico ministero di udienza, Claudio Camilleri che ha sollevato eccezione (ex art 197 lett D cpp)  ritenendo che i due magistrati Fulantelli e Fici non possono essere ascoltati perché appartenenti all’ufficio del pm e quindi esisterebbe una incompatibilità con l’ufficio del testimone. L’avv. cipolla difensore della parte che vile si è opposta. Il giudice monocratico per sciogliere la riserva ha rinviato il processo al prossimo 8 maggio.

Ancora da interrogare altri due magistrati Andrea Maggioni e Luca Sciarretta entrambi in servizio ad Agrigento ed oggi in servizio in altra sede.

Era stata la Procura della Repubblica di Palermo a chiedere il rinvio a giudizio di Tuzzolino per aver accusato ingiustamente e falsamente “sapendolo innocente” l’avvocato Salvatore Pennica che era stato suo difensore in un procedimento che lo vedeva imputato, procedimento che si era concluso con il patteggiamento.

Per la Procura le dichiarazioni del Tuzzolino riguardanti Pennica (tra l’altro mai indagato) furono una totale invenzione per infangare il professionista che subì una perquisizione della Dda che cercava un fantomatico pen drive che secondo l’architetto contenevano “documenti importati”.