Agrigento

Canicattì, omicidio Vinci: condannato (30 anni) Daniele Lodato

Emessa pochi minuti fa la sentenza dal Gup del Tribunale di Agrigento, al Gip Alfonso Malato che ha inflitto 30 anni di reclusione (rito zabbreviato) a Daniele Lodato, 33 anni di Canicattì accusato di aver ucciso con una coltellata, Marco Vinci, 22 anni, suo concittadino.

Il giudice ha rimodulato l’originario capo di imputazione e non ha contestato l’aggravante della premeditazione.

Il Gup ha condannato Lodato anche al risarcimento danni in favore dei genitori costituiti parte civile e  patrocinati dall’avvocato Santo Lucia, con una provvisionale di 100 mila euro ciascuno immediatamente esigibile.

La storia. Era il sabato tra la notte del 16 e 17 giugno dello scorso anno quando, in seguito ad un diverbio, Daniele Lodato, 33 anni di Canicattì, colpisce mortalmente con alcune coltellate l’addome di Marco Vinci, 22enne suo compaesano. Il ragazzo rimane a terra in una pozza di sangue in piazza San Domenico davanti gli occhi dei suoi amici e dell’insegnante che, proprio pochi minuti prima, aveva cercato di difendere dalle insistenze di Lodato davanti ad un pub. E’ stata proprio lei a chiamare i soccorsi ed allertare le forze dell’ordine che, in poco tempo, arrestavano Daniele Lodato.

Il pubblico ministero aveva qualificato l’omicidio del 22enne come volontario e premeditato, commesso per futili motivi, e senza ritenere concepibili le circostanze attenuanti generiche.

Daniele Lodato, difeso dall’avvocato Angela Porcello, aveva negato ogni tipo di premeditazione riguardo al delitto affermando che l’arma usata per colpire Marco Vinci era stata trovata per caso nella sua auto.

La difesa dopo aver letto le motivazioni con quasi certezza presenterà appello.