Agrigento

Caso Diciotti. “Violazione di massa dei diritti umani”: l’Ong Ciss presenta un esposto

“Il trattenimento dei 150 migranti a bordo della nave Diciotti ha rappresentato una violazione di massa dei diritti umani”. A sostenere la non legittimità del blocco della nave della Guardia Costiera italiana, ormeggiata al porto di Catania per 5 giorni, e che è costata al ministro dell’Interno un’inchiesta per sequestro di persona, è Sergio Cipolla, presidente dell’Ong siciliana CISS – Cooperazione Internazionale Sud Sud che attraverso i suoi legali ha presentato alla Procura di Agrigento un esposto sulla vicenda.
“La difesa dei diritti umani è il primo punto nella mission del CISS: da 33 anni ci battiamo contro ogni forma di violazione dei diritti non solo in Italia, ma nel sud del mondo, attraverso azioni in contesti di guerra, lottiamo contro la tratta degli esseri umani, in particolare contro lo sfruttamento delle donne, e non possiamo stare zitti di fronte a violazioni di questo genere, avvenute a pochi chilometri dalla nostra sede operativa”.
“Il vero punto che deve emergere – continua Cipolla – è che si tratta di una violazione avvenuta ai danni di persone che avevano già subito inaudite violenze; e all’interno di questo gruppo di persone c’erano dei soggetti ulteriormente deboli, vittime di violenze ancora peggiori, mi riferisco ovviamente alle donne e ai minori. Questo tipo di violazione non riguarda solo i migranti, ma viene meno un diritto di cittadinanza generale in difesa del quale il CISS si è sempre battuto, ed ognuno di noi ha il diritto-dovere di muoversi ed intervenire per garantirlo. Per fortuna l’Italia è una Repubblica fondata sul diritto, oltre gli strumenti della denuncia verbale e azioni di sensibilizzazione, ci sentiamo in dovere come associazione di muoverci sul piano legale in difesa dei diritti della nostra Costituzione”.
Nell’esposto l’Ong chiede che si accerti la legittimità dell’operato dei soggetti coinvolti nella vicenda ed in particolare che si accerti se e da chi sia stato dato l’ordine di proibire lo sbarco dei naufraghi, se siano state rispettate le procedure operative standard SaR e le competenze del Dipartimento di pubblica sicurezza e di quello delle libertà civili e dell’immigrazione, se, in caso di trattenimento indebito, questo sia stato finalizzato a “costringere un terzo, sia questi uno Stato, una organizzazione internazionale tra più governi, una persona fisica o giuridica o una collettività di persone fisiche, a compiere un qualsiasi atto o ad astenersene, subordinando la liberazione della persona sequestrata a tale azione od omissione”. I legali chiedono ai magistrati di verificare, inoltre, se “sia stato legittimo, e non abbia causato danno erariale, il distogliere per numerosi giorni, dall’assolvimento della propria missione istituzionale Nave Diciotti”; se, inoltre, il prolungato trattenimento dei migranti a bordo non abbia determinato, o contribuito a determinare, in capo ai “trattenuti” lesioni o malattie del corpo e della mente, soprattutto qualora gli stessi siano stati in precedenza vittime di trattamenti inumani e degradanti o di traffico di esseri umani; se, infine, per quanto attiene ai soggetti a stato giuridico militare sia stato eventualmente violato il disposto di cui all’art. 25 numero 2 del Regolamento di Disciplina Militare, e, per quanto attiene al personale della Polizia di Stato, il corrispondente art. 66 comma 2 L. 121/1981 e succ. modifiche e integrazioni.