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Drasy, “Migliaia di proiettili in mare e mai bonificati”: la denuncia della Commissione Parlamentare… intanto il 2 maggio riprendono le esercitazioni

Carri armati, munizioni di grosso calibro e forti esplosioni. E’ questo lo scenario che si prospetta – a partire dal prossimo 2 maggio – all’interno dell’area di Drasy: una zona ad altro pregio naturalistico utilizzata da più di mezzo secolo per le esercitazioni dell’esercito italiano. E non saranno neanche poche.

Si ripropone, per l’ennesima volta senza arrivare ad una conclusione concreta, il problema dell’opportunità di far svolgere esercitazioni – per quasi tutto il mese di maggio – all’interno di una zona che lo stesso Crocetta definì nel 2015 “ideale per un parco naturalistico”. Poco e niente è stato fatto, però, in tal senso per interrompere quella che ormai è divenuta una puntualissima consuetudine.

A questo si aggiungano le tre giorni di audizioni della Commissione parlamentare d’inchiesta sull’uranio impoverito – presieduta da Gian Piero Scanu (Pd) – che ha fatto il punto sul poligono di Drasy (oltre che sul Muos e su Sigonella). Quanto emerso non è per niente positivo: “Per ciò che riguarda il poligono di Drasy, abbiamo clamorosamente scoperto che nessuno si era mai posto il problema di bonificare il mare verso il quale sono state sparati migliaia e migliaia di proiettili nel corso dei decenni. Per questo abbiamo incaricato non solo le autorità militari, ma anche l’Arpa Sicilia di farsi carico di un problema che consideriamo grande”.

Il poligono di tiro di Drasy – usato da più di mezzo secolo per le esercitazioni militari –  è situato dentro una più ampia area di altissimo pregio naturalistico che la regione Sicilia ha già vincolato ed intende destinare a riserva naturale. Nel recente passato diverse sono state le iniziative – anche raccogliendo testimonianze dei residenti – di denuncia da parte dell’associazione ambientalista Mareamico. Ma non solo. Anche la trasmissione “Le Iene” si occupò del caso – con Riccardo Trombetta – documentando le violente esplosioni durante le esercitazioni.

L’allora generale di corpo d’armata Corrado Dalzini, oggi sostituito dal generale di divisione Alessandro Veltri – si era detto disponibile a trovare una soluzione alternativa a Drasi ma che doveva essere indicata dalla Regione Siciliana. Il governatore Rosario Crocetta – incalzato dalle domande della “Iena” – disse che riteneva “quella zona ideale ad un parco naturale.”

Da allora – era il marzo 2015- poco è cambiato.

Le zone interdette – si legge nel manifesto di sgombero – a persone e animali sono Punta Bianca, Masseria Cipolluzze e Masseria di Madrascapa. L’area sarà recintata e controllata nei perimetri da vedette durante le esercitazioni e – ovviamente – l’accesso è vietato.