Agrigento

Elezioni, alla scoperta di Michele Sodano: chi è l’aspirante portavoce M5S con la passione per la musica?

Partiamo da un concetto: il legame con la terra d’origine. Specialmente dalle nostre parti – e gli esempi da elencare sarebbero infiniti – credo che questa forma di attaccamento quasi morboso, che riaffiora a qualsiasi distanza, ci contraddistingua. Anche tu hai trascorso diverso tempo fuori da Agrigento e dall’Italia: raccontaci il tuo percorso, le tappe fondamentali della tua vita, quando e perché hai deciso di andare via ma, soprattutto, la scintilla che – invece – ti ha fatto dire: “E’ il momento di tornare”. 

“Penso che fin da giovanissimi la società di oggi ci esponga all’urgenza di essere competitivi. Si configura un percorso di vita in funzione di una progettualità che deve assicurare una stabilità finanziaria ed una buona posizione lavorativa. Viaggiare e conoscere è meraviglioso, ma dovrebbe essere una scelta e si dovrebbe poter vivere bene ovunque, specialmente nella terra natia a cui tutti siamo indissolubilmente legati. Io sono uno di questi migliaia di ragazzi che a 18 anni è andato via per studiare. La prima tappa è stata Milano con l’Università Bocconi. Ho capito dopo la laurea che forse non era un problema esclusivamente siciliano, ma nazionale. Mi sembrava che non ci fossero più le condizioni ideali per vivere con dignità, assistevo al continuo taglio dei diritti fondamentali da parte delle istituzioni, ad esempi eclatanti di corruzione che rimanevano impuniti. È stato in quel momento che ho capito di dover lasciare anche l’Italia e andare in un paese rinomato per la sua giustizia sociale e modello di welfare. Il 13 luglio del 2013 ho messo per la prima volta piede in Danimarca. A distanza di quattro anni, dopo aver concordato un contratto di lavoro più flessibile con l’azienda per la quale lavoravo a tempo pieno, sono tornato in Sicilia. Mi sono detto, prima di decidere se risiedere definitivamente all’estero, voglio vivere per un anno nella mia Agrigento, e fare il punto della situazione.”

 Hai accumulato diverse esperienze lavorative, hai imparato nuove lingue, ti sei formato in un contesto ampiamente diverso da quello da cui provenivi. Quali gli ostacoli che hai incontrato? Quali, invece, le opportunità che hai trovato lontano dalla tua terra e ti hanno permesso di crescere? “Non ho incontrato particolari ostacoli, a parte il dispiacere di essere sempre più lontano dalla mia famiglia e dai luoghi dell’infanzia. Per il resto solo grandi opportunità. In Danimarca ho riconquistato fiducia nell’umanità e nelle istituzioni, ho osservato che un sistema equo, di benessere condiviso e di sviluppo collettivo è possibile. La prima cosa che mi ha sorpreso era proprio la serenità di tutti i miei compagni di classe danesi. Potevano realizzarsi nella propria terra di origine, assecondando le proprie passioni, ricevendo il totale supporto delle istituzioni, senza mai dimenticare l’importanza del proprio ruolo all’interno della comunità. Mille possibilità erano destinate anche a me. Non appena finito il corso di laurea specialistica alla Copenhagen Business School (gratuito), ho trovato lavoro prima alle Nazioni Unite, poi in una multinazionale della pubblicità. La mia vita a Copenhagen è stata coronata anche da grandi” emozioni, profonde amicizie, azioni di volontariato e perfino dalla possibilità di esprimere, nel tempo libero, la mia passione per la musica.

 Il Movimento Cinque Stelle ti ha scelto quale candidato portavoce. Ho letto che il tuo avvicinamento al M5S è da datarsi intorno al 2012. Come nasce? Prima di allora avresti mai pensato, un giorno, di poter far politica attivamente? “L’interesse per il Movimento 5 Stelle nasce proprio tra i banchi della Bocconi. Con molti studenti a me vicini riflettevamo sul fatto che l’economia doveva esistere principalmente in funzione della collettività, doveva essere una risorsa per sviluppo di una società equa, uno strumento di creazione di valore e di ottimizzazione delle risorse. Viceversa intorno al 2012 eravamo tempestati dall’incombenza della crisi economica, con un crescente tasso di disoccupazione e divario tra ricchi e poveri. La politica non dava le giuste risposte, ma si trincerava dietro i propri privilegi promuovendo gli interessi dei pochi e non dei molti. In questo scenario disarmante appariva il Movimento 5 Stelle. Dopo esserci documentati abbiamo capito che la formazione costante e la democrazia partecipata, pilastri del Movimento Cinque Stelle, sarebbero stati il mezzo più giusto ed efficace per ritornare ad influenzare le scelte economiche e sociali verso i bisogni reali della società.”

Il Movimento Cinque Stelle ad Agrigento ha una storia particolare: in consiglio comunale diversi avvicendamenti, dimissioni improvvise, storie a tinte giudiziarie come avvenuto nelle ultime regionali, la nascita dei meetup. Un giudizio sul M5S ad Agrigento? “Essendo ritornato solo a luglio non ho seguito tutte le dinamiche interne del Movimento 5 Stelle di Agrigento. Voglio solo dire che, per quella che è la mia visione, il Movimento di Agrigento avrebbe dovuto essere più aperto alla cittadinanza, un movimento inclusivo, un luogo di crescita, di confronto e di proposta. Forse, fino ad adesso, nonostante il buon lavoro di opposizione della Consigliera Marcella Carlisi in consiglio comunale, chi ne ha fatto parte si è un po’ trincerato dietro la bandiera del M5S, non lasciando molto spazio alla società civile di Agrigento e di conseguenza non permettendo una piena realizzazione dell’enorme potenziale costruttivo del Movimento 5 Stelle.”

Sei stato scelto direttamente da Luigi Di Maio e Giancarlo Cancelleri per il collegio uninominale di Agrigento. Cosa ne pensi di questo nuovo meccanismo di selezione? “Pur conoscendoli ho inviato autonomamente il mio curriculum a Cancelleri. Qualche giorno dopo mi ha richiamato per dirmi che mi stavano prendendo in considerazione per il nostro collegio uninominale, semplicemente per il mio bagaglio di esperienze. Mi sono sentito onorato, ma soprattutto ho pensato che il Movimento stesse realmente puntando ad un nuovo metodo di selezione della classe dirigente basandosi sui meriti. Se la critica mossa più spesso dalla stampa verso il Movimento è quella di non essere abbastanza competenti, adesso credo che questa accusa non potrà più essere mossa. Quando lunedì scorso sono stati annunciati i candidati dei collegi uninominali del resto del paese, ho provato una profonda gioia. Il Movimento sta dando la possibilità a figure eccellenti della società civile come presidenti degli ordini professionali, economisti, ricercatori, giovani imprenditori ed esponenti di rilievo delle forze dell’ordine di disegnare l’Italia del futuro, di farlo con entusiasmo, passione, professionalità e credibilità. Al loro fianco ci saranno tutti gli altri straordinari portavoce in parlamento che in questi ultimi 5 anni hanno dato vita al più grande partito di opposizione di tutti i tempi. Adesso siamo in una fase di maturazione, pronti a governare.”

 Hai sentito i vertici del M5S da quando la tua candidatura è diventata ufficiale? Che rapporti hai con Di Maio che se non sbaglio hai conosciuto a Copenaghen? “Ho sentito i portavoce che avevo conosciuto in passato: Fraccaro, Vignaroli, Corda e mi sto coordinando giornalmente con Matteo Mangiacavallo, Ignazio Corrao, Giancarlo Cancelleri, Sergio Tancredi, Ida Carmina e Anna Alba. Sono figure meravigliose, dei veri modelli di riferimento con cui non solo pianifichiamo la campagna elettorale, ma soprattutto discutiamo dei progetti e delle idee per ridisegnare il nostro paese e costruire l’Italia di domani. Il dialogo è sempre aperto anche con tutti gli attivisti del Movimento in provincia. Tutti condividiamo un sogno grande e ambizioso.

Ho conosciuto Di Maio a Copenhagen durante la sua visita nella capitale Danese di febbraio. Una delegazione M5S era venuta in Danimarca per studiare il modello di welfare e le avanzate politiche energetiche scandinave. Io, come coordinatore del gruppo “Amici di Beppe Grillo Copenhagen”, scrissi un’email dicendo che volevamo conoscerli e parlare della nostra esperienza diretta in Danimarca. Penso che fu uno scambio molto interessante, facemmo una diretta Facebook insieme e da li è nata un rapporto di stima reciproco.”

 Così giovane ma pronto, eventualmente, ad entrare in parlamento: è un punto a tuo favore o no? Ho sentito che metti in cima alle tue priorità il rientro dei giovani che si trovano, per diverse ragioni, all’estero (e la nostra provincia ne sa qualcosa): come si fa? “Sicuramente ho molto da imparare, ma sono pronto ad impegnarmi instancabilmente e a dare tutto me stesso per contribuire al progetto del Movimento. Voglio rappresentare la nostra territorialità e mettere al servizio dei cittadini le mie competenze in ambito economico. Essere giovani è un punto a favore, conosciamo bene i problemi del nostro paese ed abbiamo soluzioni concrete e per risolverli. In generale penso che sempre più giovani debbano interessarsi alla cosa pubblica, il futuro è nostro. Abbiamo ereditato un paese in macerie, la sua ricostruzione non può che passare da noi e per questo invito tutti i giovani ad interessarsi della cosa pubblica e a votare. L’emigrazione di massa è sicuramente un problema da affrontare, non possiamo rischiare di perdere lo splendido capitale umano di questa nazione, viceversa dobbiamo essere in grado di rilanciare il paese partendo dalle nostre risorse naturali e culturali attraverso l’innovazione, la lotta alla corruzione, la difesa dei più deboli e la promozione di politiche sociali trasversali. La formazione deve essere costante ed il ruolo del settore pubblico centrale. Vinceremo se riusciremo a creare le premesse per il ritorno dei giovani favorendo il loro rientro con investimenti produttivi nei settori strategici ed agevolazioni fiscali alle start-up.”

La partecipazione è fondamentale in politica: leggo che hai già programmato più di trenta incontri sul territorio in vista delle elezioni: di cosa si tratta e dove ti recherai? “Nella nostra provincia possiamo contare su una squadra numerosa di attivisti appassionati, oltre che ad un numero sempre maggiore di simpatizzanti che vedono nel Movimento 5 Stelle la più grande opportunità di rinascita per il nostro paese. Oltre a me altri due ragazzi in provincia, Filippo Perconti e Rosalba Cimino, hanno la possibilità di rappresentarci in Parlamento. Non ci fermeremo un solo attimo, coinvolgeremo i cittadini di tutti comuni dell’agrigentino confrontandoci sul nostro programma di governo e proponendo la nostra visione dell’Italia di domani. Un ringraziamento sentito va a tutti i cittadini che ogni giorno ci supportano e ci incoraggiano a procedere in questa direzione.”