Agrigento

Favara, arresto Gerlando Russotto: resistono solo le accuse relative alle armi

Gerlando Russotto, come sapevamo, è rimasto in carcere.

Il Tribunale del Riesame – presieduto da Bruno Fasciana – come è noto – ha accolto parzialmente il ricorso presentato dalla difesa del 29enne favarese, rappresentata dall’avvocato Salvatore Cusumano,  (che già aveva ottenuto un successo davanti al Gip che aveva derubricato il reato di tentato omicidio in lesioni aggravate) in ordine ad alcuni reati, forse i più importanti contestati con la misura cautelare firmata dal Gip del Tribunale di Agrigento, Francesco Provenzano.

La decisione venne depositata il 4 giugno scorso. Adesso si conoscono i particolari.

In primo luogo non sono stati ravvisati i gravi indizi di colpevolezza con riguardo al capo a e b delle accuse ossia il ferimento a pistolettate dell’empedoclino Saverio Sacco ristoratore di Porto Empedocle, avvenuto nell’aprile 2017 in Belgio (e che il Gip ha derubricato in lesioni aggravate). E poi il possesso, la detenzione e l’uso della pistola Fn Herstal calibro 7,65 con il carrello ridipinto di bianco usata da Salvatore Prestia per ferire Sacco.

Non ravvisati i gravi indizi di colpevolezza anche con riferimento al capo g della misura cautelare ossia relativo all’acquisto e alla detenzione di una pistola.

Resiste, tuttavia,  dell’impianto accusatorio prospettato dalla Procura della Repubblica di Agrigento – con il fascicolo nelle mani del procuratore aggiunto Salvatore Vella e dei sostituti Simona Faga e Alessandra Russo – con riferimento agli altri reati contestati ossia le armi e le munizioni trovate nel sottotetto condominiale della propria abitazione di via Pietro Germi lo scorso 29 maggio.

Quel giorno una perquisizione scattò a “colpo sicuro”. I poliziotti della Squadra mobile di Agrigento guidati da Giovanni Minardi arrivarono in via Pietro Germi, a Favara, con quattro auto e con la convinzione di portare a casa un grande risultato nell’ambito dell’inchiesta sui delitti dell’asse Liegi – Favara. Cercavano armi e una Alfa Romeo 147.

E cercavano un ragazzo, Gerlando Russotto, 29 anni disoccupato, incensurato, allora prossimo alle nozze che vive ancora con i genitori nell’appartamento di edilizia popolare ubicato nella zona del vecchio e dismesso macello comunale. Russotto i poliziotti lo conoscono bene.

Lo avevano interrogato subito dopo l’uccisione di Emanuele Ferraro, 41 anni, avvenuta l’otto marzo scorso in via Diaz. Russotto e Ferraro erano stati insieme la sera prima del delitto. Giocavano nella sala Bingo di Favara.

Poi, la svolta, con l’irruzione nel condominio di via Germi. La perquisizione domiciliare aveva dato esito negativo. Ma i successivi controlli nei locali del palazzo, invece, produssero i risultati sperati: in una botola di pertinenza condominiale chiusa a chiave da una porta, i poliziotti trovarono una pistola ed un fucile (una delle due armi con matricola abrasa) e numerose munizioni.

Per aprire la botola, dato che Russotto ha sostenuto di non possedere le chiavi, venne rintracciata un’abitante del palazzo che ne era in possesso.

Naturalmente Gerlando Russotto negò  di essere il proprietario di quelle armi e la vicenda, a quel punto, continuò in Questura.

Non sapeva che il cognato, Mario Rizzo 32 anni, che aveva iniziato a parlare con i magistrati chiarendo gli aspetti legati alla vicenda (e non solo) del tentato omicidio di Saverio Sacco.

Secondo quanto riferito da Rizzo a far parte del commando, oltre Salvatore Prestia, c’era anche il cognato Gerlando Russotto.

Adesso la posizione giudiziaria di Russotto sembra migliorata e soprattutto, questo va notato, non viene considerato (con le sue dichiarazioni) determinante il collaboratore Rizzo. Quest’ultimo ha già subito la “scomunica” di tutti i suoi familiari, sia da parte della compagna che consanguinei, che si sono pubblicamente dissociati dalle scelte operate dal giovane malavitoso.

Intanto, va detto, che il Giudice per le indagini preliminari Stefano Zammuto ha accolto la richiesta – avanzata dalla Procura di Agrigento – di incidente probatorio ed ha fissato l’udienza per il confronto tra Rizzo ed il cognato – difeso dall’avvocato Salvatore Cusumano –  per il 29 agosto.