Agrigento

Favara, dopo il confronto Rizzo – Russotto spunta “Matteo” marocchino pentito che accusa tutti

Mohamed Amine El Yahmidi è un cittadino marocchino di 34 anni arrestato ad Agrigento il 19 maggio del 2017 in un appartamento di Villaggio Mosè sito in via San Benedetto da Norcia.

Venne trovato dagli agenti della Squadra mobile di Agrigento a casa della convivente di Fabrizio Rizzo, fratello del neo collaboratore di giustizia Mario Rizzo, 32 anni, oggi protagonista principale nell’aula bunker del carcere di Petrusa, di un confronto, un faccia a faccia con Gerlando Russotto, favarese attualmente detenuto grazie proprio alle dichiarazioni accusatorie rese dall’ex parente.

Oltre ad essere stato scovato nell’appartamento di Villaggio Mosè, Mohamed Amine El Yahmidi detto Matteo, venne trovato in possesso di mezzo chilogrammo di cocaina purissima. La sua cattura fu alquanto movimentata: Matteo tentò la fuga ed aggredì i poliziotti.

Sin qui sembra una storia normale, ciclica, come tante se ne leggono ogni giorno.

Invece, la storia di Matteo, il marocchino, si intreccia con quella di Mario Rizzo, il pentito. Ed anche con quella di Fabrizio Rizzo, fratello del pentito, Angela Russotto, ex compagna del pentito, Gerlando Russotto, ex cognato del pentito ma anche con quella di Salvatore Prestia l’empedoclino chiamato in correità da Rizzo per il tentato omicidio del suo compaesano, Saverio Sacco compiuto a Liegi nell’aprile del 2017. Quella droga venne portata dal Belgio per conto di Mario Rizzo, il pentito, per essere smerciata a Favara.

Matteo dopo l’arresto viene interrogato in carcere dal pubblico ministero (Alessandra Russo) al quale confessò numerose vicende sull’asse Belgio – Favara e, in tempi non sospetti, anticipa molte delle cose che Mario Rizzo ha messo a verbale grazie al suo pentimento.

A cominciare dal coinvolgimento nel traffico di droga Belgio – Favara di un autista di bus di linea molto compiacente. E tira dentro il traffico di stupefacenti (ovvero a conoscenza degli stessi) Fabrizio Rizzo e la compagna del pentito, Angela Russotto.

Entrambi oggi sono dissociati avendo rinnegato, dopo la diffusione della notizia del suo pentimento, fratello e compagno (dal quale ha avuto un figlio) con dichiarazioni pubbliche e tanto ostentate.

Ma tira dentro lo stesso Gerlando Russotto oggi in carcere grazie alle dichiarazioni di Mario Rizzo.

Una vicenda intricata, un verbale denso di fatti che ben si sposa con le dichiarazioni del pentito Rizzo ed anzi le completa.

Particolare non di poco conto che emerge dalle dichiarazioni di Matteo è questo: nel momento in cui viene mostrato un album fotografico contenente immagini di personaggi coinvolti nel traffico di droga Favara – Belgio, alla visione della faccia di Salvatore Prestia, accusato da Rizzo di essere il mandante del tentato omicidio di Saverio Sacco (e cognato del mafioso Fabrizio Messina, fratello del boss Gerlandino), Mohamed Amine El Yahmidi ha avuto una reazione spropositata ed era atterrito, terrorizzato.

In quel momento, siamo nel maggio – giugno 2017, Prestia era detenuto con Matteo nel carcere di Agrigento e di lui il marocchine disse: “E’ molto pericoloso ed è il capo dei Rizzo”.

La storia che vi abbiamo appena racconto avrà ancora ulteriori strascichi con connessione diretta con gli episodi criminali sull’asse Favara – Porto Empedocle – Belgio.