Agrigento

Favara, omicidio Ciffa e tentato omicidio Nicotra: Calogero Bellavia sottoposto a prelievo Dna

Nella casa circondariale di Caltanissetta, il detenuto Calogero Bellavia, favarese di 28 anni, si è sottoposto ai prelievi biologici senza opporre resistenza.

Ha dovuto subire un provvedimento del Gip del Tribunale di Palermo Guglielmo Nicastro che aveva già disposto il prelievo coattivo dei campioni di Dna, nell’ambito dell’inchiesta sull’omicidio di Carmelo Ciffa, l’empedoclino 42enne ucciso a colpi di pistola davanti un supermercato di Favara nell’ottobre 2016, e del tentato omicidio di Carmelo Nicotra, il 35enne ferito dopo un agguato a colpi di kalashnikov in via Torino, a Favara.

L’iniziale diniego al prelievo, si apprende, è stata una scelta tecnica di uno dei difensori l’avv. Salvatore Pennica che insieme al collega Alfonso Neri assiste il giovane favarese. Proprio in relazione a questo omicidio, l’avv. Pennica ha ritenuto inizialmente di non dovere fare sottoporre l’assistito spontaneamente al campionamento biologico (che sarà comparato con alcuni dei reperti trovati sul luogo dell’agguato).

Speravo, dichiara il legale, di trovare nella ordinanza del Gip di Palermo che impone il prelievo coattivo elementi indizianti concreti per indagare Bellavia di omicidio, invece, al momento, non si sa quali indizi esistano a suo carico e, pertanto, Bellavia ha eseguito spontaneamente il prelievo”.

Gli accertamenti continueranno il 24 maggio prossimo presso il laboratorio di Polizia scientifica di Palermo. Oggi a Caltanissetta era presente come sostituto processuale, il giovane avv. Franco Mirabile.

La vicenda odierna, dunque, porta lontano e precisamente all’inchiesta sull’omicidio di Carmelo Ciffa, l’empedoclino 42enne ucciso a colpi di pistola davanti un supermercato di Favara nell’ottobre 2016, e del tentato omicidio di Carmelo Nicotra, il 35enne ferito dopo un agguato a colpi di kalashnikov in via Torino, a Favara.

I due fascicoli erano stati unificati per volere della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo che  ritengono di aver individuato nello stesso gruppo di fuoco gli autori dei due agguati.

Bellavia, finito in manette insieme ad Antonio Bellavia, e condannati con il rito abbreviato per detenzione e porto illegale di arma clandestina, sono indagati insieme a Calogero ed Emanuele (che nel frattempo è stato ucciso) Ferraro, 39 e 41 anni, e Carmelo Vardaro, 39 anni per i due episodi criminosi.

Calogero Bellavia, figlio di Carmelo Bellavia – ucciso nel gennaio 2015 – fu il giovane pedinato e seguito per arrivare alla cattura del boss Gerlandino Messina il 23 ottobre 2010.