Agrigento

Favara, omicidio Matina: familiari vittima parte civile. Sentenza il 25 maggio

Si procede col rito abbreviato, giudice Gianfranca Infantino, per il meccanico palermitano Giovanni Riggio, 30 anni, accusato (e reo confesso) dell’omicidio del collega e socio Giuseppe Matina, favarese di 39 anni, assassinato nella notte tra il 5 e 6 maggio scorsi all’interno dell’autofficina della vittima di contrada San Benedetto, nella zona industriale di Agrigento.

Oggi udienza importante con la costituzione di parte civile, rappresentata dall’avvocato Salvatore Cusumano, della moglie della vittima, Serena Liberato, del figlio  e della madre della vittima.

Il processo riprenderà il prossimo 11 maggio ed il Gup dovrà sciogliere una riserva su un accertamento peritale chiesto dal difensore di Riggio, l’avvocato Marco Martorana del foro di Palermo. Fissata per il 25 maggio l’udienza conclusiva che porterà alla sentenza.

Giuseppe Matina, chiamato da tutti Dario, venne  ucciso nella nottata tra il  5 e 6 maggio con almeno 25 coltellate (lama di 20 cm) all’interno della sua officina in contrada San Benedetto, zona industriale a nord di Agrigento.

Ad ucciderlo il socio in affari, Giovanni Riggio, originario di Palermo ma residente a Favara.

I due, dopo l’ennesimo diverbio, avrebbero cominciato a litigare pesantemente. Riggio, in preda ad un raptus, ha colpito con almeno 10 coltellate Giuseppe Matina non lasciandogli scampo.

Subito dopo il brutale omicidio, e dopo aver legato il corpo di Matina con del nastro da imballaggio trasparente ai piedi e posizionandolo tra due auto, Riggio è salito in auto e si è diretto verso Palermo. Lì, intorno le 3 del mattino, ha deciso di costituirsi al Commissariato di Brancaccio.

L’assassino ha confessato il delitto consegnando anche l’arma con cui avrebbe colpito Mattina.

Sul provvedimento di cattura emesso a carico dell’assassino si è pronunciata la Suprema Corte annullandolo e rinviando al nuovo giudizio di altra sezione del Tribunale della libertà.