Agrigento

Favara, omicidio Matina: il pm chiede 30 anni di carcere, sentenza a ottobre

Dopo la richiesta di condanna a 30 anni di reclusione formulata dal sostituto procuratore della Repubblica Simona Faga per Vito Riggio, il palermitano 29enne reo confesso dell’omicidio del meccanico agrigentino Giuseppe Matina, oggi è stata la volta dell’avvocato difensore dell’imputato,  Marco Martorana del foro di Palermo.

Avanti il Gup Gianfranca Infantino, il legale ha moderato differenti richieste che vanno dall’assoluzione del suo assistito sino alla condanna con riconoscimento della provocazione passando dall’assoluzione per aver agito per legittima difesa.

Il brutale omicidio è avvenuto il 5 maggio dello scorso anno all’interno di un’officina della zona industriale di Agrigento.

Il pm, al termine della sua requisitoria, ha contestato anche l’aggravante della crudeltà escludendo però la premeditazione. Riggio, che si consegnò ai poliziotti di Brancaccio a Palermo dopo l’omicidio, uccise l’ex socio in affari con delle coltellate e, successivamente, lo strangolò.

Secondo la parte civile, rappresentata dall’avvocato Salvatore Cusumano (assiste la moglie, la figlia e la madre di Matina), ci sarebbero invece anche gli estremi per riconoscere la premeditazione dell’omicidio, invocata con forza durante la sua arringa, e un duplice movente: oltre a quello lavorativo, per alcuni dissidi, anche quello della gelosia. Infatti, ci sono alcune intercettazioni ambientali effettuate in carcere – mentre il reo confesso parla con il padre – in cui emerge questo aspetto.

Con riferimento alla premeditazione va detto che l’uomo, sempre secondo le intercettazioni avvenute in carcere, avrebbe già prima dell’omicidio pianificato il trasferimento definitivo della famiglia da Favara a Palermo in considerazione del fatto che lo stesso assassino aveva già deciso di costituirsi proprio nel capoluogo siciliano.

Il processo andrà a sentenza il prossimo 4 ottobre.