Frodi creditizie, nel primo semestre truffe in forte crescita in Sicilia: Agrigento (meno male) non brilla

Le frodi creditizie mediante furto di identità – con il successivo utilizzo illecito dei dati personali e finanziari altrui per ottenere credito o acquisire beni con l’intenzione premeditata di non rimborsare il finanziamento e non pagare il bene – continuano a crescere e ad avere un peso rilevante sull’industria del credito, in particolare sul credito al consumo.

L’aggiornamento relativo al primo semestre 2019 dell’Osservatorio Crif-Mistercredit segnala quasi 16.700 casi, con una crescita del +36,7% rispetto al medesimo periodo del 2018 e un danno stimato che supera complessivamente i 77 milioni di euro.

Questo dato è oltremodo preoccupante se si considera che tradizionalmente la quota più rilevante dei casi si concentra nel periodo natalizio, ormai alle porte.

L’importo medio risulta pari a 4.662 euro, in flessione del -21,4%.

Per la Sicilia, sono stati ben 1.875 i casi di frode registrati nel primo semestre 2019 contro i 1.241 del corrispondente periodo 2018, dato che posiziona la regione al quarto posto della graduatoria nazionale guidata da Lombardia (con 2.305 casi), Campania (2.278) e Lazio (1.933 casi).

A livello provinciale, il maggior numero di frodi creditizie è stato registrato nella provincia di Palermo, con 575 casi (contro i 345 dei primi 6 mesi dell’anno passato), che collocano la provincia palermitana al quinto posto nel ranking nazionale, davanti a Catania (433 casi contro i 271 del 2018) che occupa il sesto posto in Italia.

Seguono Siracusa (205 casi), Messina (199 casi), Trapani (176 casi) e Agrigento (108 casi).

La maggioranza delle vittime (il 64,9% del totale, per la precisione) sono uomini. Osservando la distribuzione delle frodi per classi di età, invece, si inverte la tendenza evidenziata nella prima metà dell’anno scorso: la fascia di eta’ nella quale si rileva il maggior incremento dei casi sono, infatti, quelle dei 18-30enni (+23,2%) e dei 31-40enni (+6,4%) mentre diminuisce l’incidenza tra i 51-60enni (-11,0%) e gli over 60 (-15,7%).