Ore 15 e 30, siamo al check-point del Tempio di Giunone.
Il servizio d’ordine controlla l’elenco degli accreditati ad entrare. Si presenta la soprintendente Gabriella Costantino, che salutiamo, poco distante il segretario regionale del Pd Fausto Raciti incollato allo smartphone.
Buongiorno sono Gabriella Costantino
Il poliziotto scorre l’elenco che ha in mano e poi decreta: “No, non c’è Costantino Gabriella”. Rapido consulto ma il poliziotto non trova il nome. Gabriella Costantino saluta e se ne va.
Passano una decina di secondi e il poliziotto finalmente trova il nome della Costantino. Raciti che ha sentito tutto cerca di rimediare e sentiamo che chiama qualcuno al telefono per ovviare all’incidente. Niente da fare, la soprintendente è già lontana e non la vedremo poi tra le autorità presenti.
Il tavolo della firma
Siamo nel recinto dove sono esiliati la stampa e i fotografi. Tutti evidentemente sospettabili. Accanto a noi c’è la postazione della Rai. Passa la vice-prefetto Linda Vaccaro.
Dottoressa chiedo scusa, ma quel tavolo della firma non è che per caso è lo stesso di quello di Berlusconi a Porta a Porta?
La risposta è una risata divertita e gioviale.
Verificheremo poi che quel tavolo è la somma di due tavoli da bar all’aperto. Sulla pedana ci sono due sedie gialle di plastica e nessun “baldacchino” parasole. Non siamo un Emirato, vivaddio.
Poi il ritardo di quasi tre ore della comitiva Renzi con il sole al tramonto eviterà l’insolazione.
Alfano delega Renzi a rispondere
Il ministro Alfano viene chiamato dalla postazione Rai per una lunga intervista. Ha appena terminato di rispondere e mentre lo salutiamo gli chiediamo: ”Signor ministro, ma il lanciafiamme che Renzi vuol portare in Sicilia è forse sinonimo di rottamazione”?
“Renzi ha fatto”.
Sorride con imbarazzo e lo interrompiamo: Forse bisognava chiederlo a Renzi…
“Si, è meglio che lo chieda a Renzi”.
Risata generale.