Agrigento

Gianfranco Iannuzzo ad Agrigento alla faccia del “teatro leggero”

“Cari fottutissimi amici – direbbe Mario Monicelli che così titolò un suo film – finiamola di chiamarlo teatro leggero”.

Il maestro della commedia italiana sarebbe stato felice di applaudire Gianfranco Iannuzzo e Chesnot di “Alla faccia vostra” di cui  probabilmente avrà avuto notizia perché il testo viaggia sulle scene da almeno un decennio. L’autore è francese, ricco di quell’humour sapido della Francia d’un tempo e che oggi manca così clamorosamente perfino nei poliziotti della frontiera macroniana. Iannuzzo e il regista Rossi Gastaldi colgono al volo questa commedia brillante, levigata, giocata sul filo dell’humour senza allusioni fisiche e agganciata saldamente a situazioni precise da satireggiare.

Sulla scena, dietro una porta c’è un cadavere (che poi risorge e muore di nuovo) con tanto di certificato medico che rivelerà l’inconscio fangoso dei personaggi.

Il cadavere è quello del grande scrittore Stefano Crespi che, ad apertura di sipario, viene visibilmente pianto dalla governante Luisa mentre figlia, genero e amante del defunto pensano a carpire la ricca eredità. Arrivano i telegrammi, il cordoglio è universale ma sono tutti lì a programmare acquisto di attici, ville e facilitazioni di prestiti milionari. Persino il medico che ha certificato il decesso progetta di acquistare l’appartamento del defunto mentre la compagna Viviana  sogna i soldi e i viaggi col suo nuovo amante francese. La figlia Lucia è invece impegnata a salvare le finanze del marito Luca Sesto (Iannuzzo) che traffica col banchiere Marmotta.

Tutto questo fuso in una spietatissima aura di cinismo privo di seriosità e filosofemi ai quali Iannuzzo, perno dello spettacolo, presta magnificamente la sua maschera e con una misura  che è venuta sempre più accentuandosi negli anni.

Alla faccia vostra, Gianfranco Iannuzzo
Alla faccia vostra, Gianfranco Iannuzzo e Debora Caprioglio,
Alla faccia vostra, Gianfranco Iannuzzo e Debora Caprioglio
Alla faccia vostra, Gianfranco Iannuzzo, primo piano
Alla faccia vostra, Gianfranco Iannuzzo, scena,
Alla faccia vostra, Gianfranco Iannuzzo, scena
Alla faccia vostra, Gianfranco Iannuzzo, una scena
Alla faccia vostra, Gianfranco Iannuzzo
Alla faccia vostra, saluto finale

Intanto, “coupe de theatre”, il cadavere scompare accrescendo ancor di più le fibrillazioni cinico-satiriche, una carambola che tiene avvinta la commedia fino all’improvviso ritorno del cadavere che abbandonando la sua “vigile” catalessi è andato a fare una capatina  dal notaio dove in extremis era riuscito a capovolgere il testamento diseredando tutti e ricordandosi solamente della fedele governante Luisa.

Oltre a questa svolta, diciamo soprannaturale, la commedia alla fine riserva un altro “coupe de theatre” che la fa decollare verso una vetta classica, quella del monologo nei grandi classici che qui ci ricorda il monologo di Shjlok nel “Mercante di Venezia”.

Un monologo-lavacro, una sorta di palingenesi che investe i personaggi stavolta compunti e assiepati attorno al guru Iannuzzo al centro della scena, le luci sono appena attutite, nessun cono di luce sul monologante gestito registicamente con tocco sicuro.

Un gesto di fiducia di Rossi Gastaldi verso l’attore Iannuzzo e la potenza delle parole. Ed è questo finale che a nostro parere consacra Iannuzzo e la sua carriera d’attore allorchè riesce ad eliminare ogni possibile aura retorica o suggestività arrivando all’identificazione finale “segno-denaro” annunciata dalla famosa canzoncina “Soldi, soldi, soldi”.

Nel finale tutti ridono e applaudono salvo poi a pensare (ma pochi lo confesseranno a se stessi, magari) che quel finale è il luogo della frustrazione che attiene contemporaneamente allo scambio potere-denaro.

Una tensione, sempre a nostro parere, che non viene scaricata dalla liberatoria risata, dal motto di spirito o dall’esorcismo anti-patetico della battuta cinica.

Adeguati gli altri attori che Iannuzzo arringa attorno a se porgendo loro la battuta e tirando le fila del successo: Debora Caprioglio, Antonella Piccolo, Roberto D’Alessandro, Antonio Rampino, Erika Puddu, Antonio Fulfaro.