Agrigento

Commissione Antimafia ad Agrigento: “Su Girgenti acque gravi reticenze istituzionali” (video interviste e foto)

Si è conclusa la tappa della Commissione regionale antimafia ad Agrigento.

Il presidente Claudio Fava, insieme al prefetto di Agrigento Dario Caputo, al questore Maurizio Auriemma e agli onorevoli Stefano Pellegrino, Margherita La Rocca Ruvolo e Carmelo Pullara, ha tracciato un bilancio dopo la serie di audizioni svolte in giornata con i vertici di Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza, Procura della Repubblica e Direzione investigativa antimafia.

Dopo le audizioni del prefetto Dario Caputo, del questore Maurizio Auriemma, del colonnello Giovanni Pellegrino, comandante provinciale dei carabinieri, del colonnello Pietro Maggio, comandante provinciale della Guardia di Finanza; di Roberto Cilona, dirigente Dia e del procuratore Luigi Patronaggio e l’aggiunto Salvatore Vella, sono stati illustrati gli esiti della missione della commissione.

Sono tre le grandi tematiche affrontate: acqua, rifiuti e abusivismo. Particolare attenzione è stata rivolta – dopo l’interdittiva antimafia firmata dal prefetto e alle dimissioni del presidente Marco Campione – al “casoGirgenti Acque.

E il presidente della Commissione Antimafia Claudio Fava, che era venuto in qualità di membro della Commissione Nazionale antimafia nel 2016 quando alla guida della Prefettura c’era Nicola Diomede (oggi indagato nella maxi inchiesta Girgenti Acque e per questo rimosso), non ha usato mezzi termini e ha di fatto tracciato uno spartiacque tra prima e dopo l’interdittiva antimafia emessa dall’attuale Prefetto: “Questa interdittiva rappresenta un punto avanzato, determinato e coraggioso dell’attuale Prefettura. Tutto questo è merito del lavoro delle forze dell’ordine che hanno consegnato elementi validi che prima non sono stati accolti mentre oggi si. L’interdittiva  – ha continuato Fava – non vuole accodarsi a vicende giudiziarie già conclamate e definite ma è voluta intervenire a prescindere dall’iter giudiziario e dai suoi sviluppi perché occorre intervenire in termini di prevenzione per ciò che la presenza di Girgenti Acque ed il suo collegamento con il territorio può rappresentare come minaccia concreta. L’intenzione e la tempestività sono di grande qualità. Quella stagione della Prefettura è ben diversa da quella che conosciamo oggi e alla fine tutto questo produce risultati. La Dia gia nel 2014 aveva segnalato una serie di incongruenze che avrebbero preteso l’intervento anche in termini di prevenzione nei confronti di Girgenti Acque e questo lavoro non c’è stato. C’era un reticenza sul piano istituzionale  – ha concluso Fava – che era grave perché sono reticenze che tolgono verità e ti impediscono di capire cosa sta succedendo.”

Commissione antimafia ad Agrigento
Commissione antimafia ad Agrigento, Claudio Fava, il prefetto Dario Caputo, gli onorevoli Margherita La Rocca Ruvolo, Stefano Pellegrino e Carmelo Pullara
Commissione antimafia ad Agrigento, Claudio Fava, il prefetto Dario Caputo, gli onorevoli Margherita La Rocca Ruvolo, Stefano Pellegrino e Carmelo Pullara
Commissione antimafia ad Agrigento, Claudio Fava, il prefetto Dario Caputo, gli onorevoli Margherita La Rocca Ruvolo, Stefano Pellegrino e Carmelo Pullara
Commissione antimafia ad Agrigento, Claudio Fava, il prefetto Dario Caputo, gli onorevoli Margherita La Rocca Ruvolo, Stefano Pellegrino e Carmelo Pullara
Commissione antimafia ad Agrigento, Claudio Fava, il prefetto Dario Caputo, gli onorevoli Margherita La Rocca Ruvolo, Stefano Pellegrino e Carmelo Pullara
Commissione antimafia ad Agrigento, Claudio Fava, il prefetto Dario Caputo, l'onorevole Margherita La Rocca Ruvolo
Commissione antimafia ad Agrigento, Claudio Fava, il prefetto Dario Caputo, l'onorevole Margherita La Rocca Ruvolo
Commissione antimafia ad Agrigento, Claudio Fava, il prefetto Dario Caputo, gli onorevoli Margherita La Rocca Ruvolo, Stefano Pellegrino, Carmelo Pullara e il questore Auriemma

Il presidente della Commissione ha anche puntato il dito contro chi doveva vigilare sul rispetto della Convenzione stessa: “Perché l’Ati non ha mai fatto rispettare questa convenzione? Forse perché due tecnici dirigenti dell’Ati si sono trovati ad essere chiamati e assunti con stipendi generosi e la loro incapacità di intervenire è una delle cose che forse ha determinato questo stato. Possiamo pensare ad altri interventi di benevolenza o assunzioni amicali che hanno riguardato vari livelli istituzionali e che riguardano anche soggetti di controllo.  Controllori e controllato stavano dentro lo stesso perimentro. La vicenda dovrà essere accertata dal punto di vista penale ma dal punto di vista politico e oserei dire quasi morale non c’è molto da accertare.”

Una storia che parte da lontano e che, secondo il presidente Fava, ha visto quasi un passaggio di consegne tra gli allora esponenti del cosiddetto “patto del tavolino” e il gruppo Campione: “La vecchia generazione di imprenditori che riuscivano da un lato a dialogare con le istituzioni e dall’altro con la criminalità organizzata ha lasciato il passo ad una nuova generazione oggi rappresentata dal gruppo Campione che ha proseguito il cosiddetto patto del tavolino per come emerge dai racconti del pentito Angelo Siino.”

“Questo resta un territorio vulnerabile, una vulnerabilità che si e’ evoluta nel corso del tempo: non c’è soltanto una mafia che oscilla tra elementi fortemente tradizionali e allo stesso tempo di grande modernità. C’è anche un livello superiore che il procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio definisce una lobby trasversale: convergenza di interessi, un luogo in cui si cerca di seguire, intercettare, i grandi processi di spesa pubblica, collegata – nella sua trasversalità – ad ogni ambiente di tutela politica, senza un preciso colore, collegata anche a circuiti massonici meno limpidi, più occulti”. 

“Gli imprenditori capaci di dialogare con Cosa Nostra e di rappresentare una forte presenza imprenditoriale sul territorio oggi ha lasciato il passo ad una nuova generazione” – ha aggiunto Fava.

Lavori della commissione regionale antimafia su Agrigento e, in particolare, su Girgenti Acque che non finiscono qui. A gennaio, come annunciato dallo stesso Claudio Fava, proseguiranno le audizioni con l’attuale commissario straordinario di Girgenti Acque, Gervasio Venuti, che sarà ascoltato dalla Commissione.

Le Interviste di Irene Milisenda: