Mafia, in provincia di Agrigento quasi 500 i beni confiscati alla criminalità

Molto spesso si tende a sottovalutare l’importanza dello strumento della confisca dei beni alle criminalità organizzate non comprendendone i risvolti straordinariamente positivi che può generare un corretto uso di questa “arma” a disposizione dello Stato nella lotta alle mafie.
La restituzione alla collettività dei beni confiscati alla criminalità organizzata (ma che la normativa estende anche d altri tipi di reati, come ai corrotti) non soltanto afferma in modo concreto e diretto il principio di legalità proprio nei luoghi in cui la mafia aveva affermato il suo potere ma si fa anche portatore di una serie di messaggi significativi: attaccando gli assetti economici delle mafie queste inevitabilmente si indeboliscono e si dimostra che anche le ricchezze dei mafiosi non sono intoccabili.
Inoltre, e qui si entra nel campo della pratica, i beni confiscati costituiscono una importante risorsa per il territorio oltre che una concreta possibilità di sviluppo sociale. O almeno così dovrebbe essere.
Ad occuparsi di suddette questioni è l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (Anbsc).
L’iter dell’assegnazione di un bene è piuttosto complesso ed è proprio in questo quadro che le conferenze di servizi assumono un ruolo di crescente utilità: restituire i patrimoni confiscati alla criminalità organizzata e consentirne l’utilizzo per il bene della collettività e per promuovere occupazione.
Ad Agrigento l’ultima conferenza dei servizi si è tenuta lo scorso maggio in Prefettura quando gli Enti locali e l’agenzia del demanio si sono confrontati e manifestato (non tutti i comuni della provincia di Agrigento) interesse alcuni beni da destinare ad uso sociale o istituzionale.
In Sicilia ci sono 5978 immobili in gestione e 5844 destinati; le aziende confiscate in gestione sono 945 mentre 351 sono quelle destinate.
Andando nel dettaglio vediamo qual è la situazione in tema di beni confiscati, quelli in confisca non ancora definitiva, in gestione e da destinare in provincia di Agrigento con dati aggiornati fino a settembre 2018 nell’agrigentino.
Attualmente in provincia di Agrigento ci sono 496 immobili gestiti dall’Anbsc di cui solo 141 nel capoluogo agrigentino (Favara 42, Licata 29, Campobello di Licata 26). Tra questi oltre 300 sono terreni tra agricoli, edificabili o di vario genere.
Numerosi anche gli appartamenti (42) e i magazzini/garage (51).
Gli immobili destinati sono, invece, 317: fra questi spiccano 152 terreni agricoli, 46 appartamenti, 4 negozi e 4 ville distribuiti tra Licata (comune della provincia con più immobili 100), Canicattì (55), Ribera (15), Agrigento (13), Favara (7). Le aziende confiscate in gestione in provincia di Agrigento sono 99: quasi la metà sono ditte di costruzioni (45) mentre 16 sono quelle agricole; 8 invece i negozi così come 8 sono tra alberghi, ristoranti e aziende che offrono servizi alle imprese. Ad Agrigento se ne contano 16 fra queste aziende; altre 11 a Canicattì, ben 10 a Favara e 9 a Licata.
Delle 23 aziende affidate un terzo si trovano a Favara.