Agrigento

Malasanità: Stato condannato a maxi risarcimento in favore di famiglia agrigentina

Un milione e quattrocentomila euro è la somma che lo Stato dovrà corrispondere in favore dei familiari di un agrigentino deceduto a causa di contagio da Hcv.

Questo l’epilogo della causa civile promossa contro il Ministero della Salute dalla moglie e dai due figli di un agrigentino deceduto a causa del contagio da epatite C avvenuto a causa di alcune trasfusioni di sangue infetto praticate presso l’Ospedale S. Giovanni di Dio di Agrigento nel lontano 1984.

Dopo alcune trasfusioni di sangue cui era stato sottoposto nel 1984, F. M. queste le iniziali, nel 2006 scoprì di essere affetto dal virus dell’epatite C e per questo, con l’assistenza degli avvocati Angelo Farruggia e Annalisa Russello intraprese una causa contro il Ministero della Salute, ritenuto responsabile di omessa vigilanza sulla salubrità del sangue, per ottenere il risarcimento dei danni.

Con una prima sentenza del giugno 2011, il Tribunale di Palermo condannò il Ministero della Salute a risarcire in favore di F. M. la somma di  € 434.000,00 a titolo di danno non patrimoniale, oltre interessi.

Tuttavia, a distanza di due anni dalla sentenza che gli aveva riconosciuto il risarcimento, le condizioni salute dell’uomo peggiorarono per il sopravvenire, a causa dell’epatite C, di cirrosi epatica prima e di un tumore al fegato poi, che ne determinò, dopo un lungo calvario, il decesso all’età di 69 anni

Per la perdita del congiunto i familiari, non rassegnati, hanno promosso una nuova causa contro lo Stato per chiedere gli ulteriori danni derivanti dall’aggravamento della malattia e dal successivo decesso, anch’esso riconducibile al contagio. In particolare i familiari, oltre che il danni morali per la perdita del congiunto, hanno chiesto in qualità di eredi, la differenza tra quanto era già stato liquidato al congiunto e quanto invece sarebbe spettato allo stesso per l’avvenuto aggravamento della malattia in termini di epatocarcinoma.

Il Tribunale di Palermo, accogliendo ancora una volta la tesi sostenuta dai legali, ha condannato il Ministero della Salute, ritenuto responsabile di omicidio colposo e difeso dall’Avvocatura di Stato, alla corresponsione in favore dei familiari dell’ulteriore somma di € 1.400.000,00.

Il precedente giurisprudenziale, sottolinea l’Avv. Angelo Farruggia, difensore delle parti offese, è destinato ad assumere particolare rilevanza nel panorama giurisprudenziale nazionale, poiché, nell’ambito del contrasto giurisprudenziale esistente sul punto, nell’accogliere la tesi sostenuta dal legale, ha affermato che: “qualora lo stesso fatto doloso o colposo determini, dopo un primo evento lesivo per il quale vi è già stata liquidazione dei danni con sentenza, ulteriori conseguenze pregiudizievoli,  nel caso in cui le stesse non costituiscano un mero sviluppo del danno già insorto, ma, per gravità, integrino nuove ed autonome lesioni”, al danneggiato va liquidato il danno differenziale sottraendo dalla somma spettante per le lesioni sopravvenute e più gravi, la somma già liquidata per le lesioni meno gravi”.