Agrigento

Migranti: ancora barchette con persone giunte a Lampedusa

Continuano senza sosta gli sbarchi dei migranti a Lampedusa. Dopo quello di ieri sera, 13 persone che hanno raggiunto l’isola senza essere intercettata dalle motovedette o dalle navi che pattugliano il Mediterraneo centrale. Nelle prime ore di stamattina sono arrivate altre due barche con a bordo rispettivamente 12 e 9 persone. A bordo dell’imbarcazione ci sono tunisini, meta’ dei quali sarebbero minorenni.

Nel centro di accoglienza di Lampedusa vi sono al momento 116 ospiti. Durante la notte, a causa del sovraffollamento, alcuni minori hanno dormito negli uffici del personale.

E se nell’ultimo question time in Parlamento il ministro Salvini aveva affermato “che dopo il caso Diciotti, in Italia non sarebbero più arrivati migranti”, si sbagliava. I migranti continuano ad arrivare a Lampedusa, e continuano gli sbarchi fantasmi, come segnalato dall’associazione ambientalista Mareamico Agrigento diretta da Claudio Lombardo. “Purtroppo l’affermazione non è vera, dichiara MareAmico. E gli agrigentini lo sanno bene perchè sotto i loro occhi e presso le nostre coste arrivano le barche provenienti dalla Tunisia, l’ultima è arrivata qualche giorno fa alle pergole di Realmonte. A Lampedusa la situazione è anche peggiore, decine di migranti arrivano ogni notte con piccoli barchini sull’isola”.

La conferma arriva dal  Sindaco di Lampedusa e Linosa Totò Martello che ha dichiarato: “Il nostro porto è aperto. Da quando il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha detto che non arrivano più migranti qui sono approdate 250 barche con circa 14 persone ciascuna. A Lampedusa se gli sbarchi diminuiscono è solo per il maltempo”.

Secondo i dati Unhcr, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati,  tra il 1 gennaio e il 30 settembre 2018 sono sbarcate in Italia 20.571 persone, l’80% in meno rispetto  al 2017, la maggior parte arrivate dalla Tunisia. Sul fronte della gestione dei flussi in partenza, il nuovo governo italiano ha introdotto una nuova modalità di gestione delle imbarcazioni che partono dalla Libia, rafforzando la collaborazione con la guardia costiera libica per aumentare i respingimenti, ma soprattutto rendendo sempre più complicato il salvataggio in mare, con l’aumento della probabilità di morire nel Mediterraneo.