Un assist formidabile quello che i nostri fondatori ellenici stanno offrendo alla città e alla politica per il quasi certo rinvenimento del teatro di Akragas.
E la città e la politica vi si attaccano come al vecchio tram che si chiama desiderio di cultura, di turismo, di nuovo prestigio per una città boccheggiante, sempre nel cuore del ministro Angelino Alfano che oggi ha voluto essere presente insieme all’assessore regionale Vermiglio e al sindaco di Agrigento Lillo Firetto.
Gli scavi archeologici sono iniziati proprio oggi con la direzione scientifica condivisa col Politecnico di Bari e una equipe di tecnici geologi presente da alcuni anni nell’area in cui si sviluppava l’agorà di età ellenistica e il foro di età romana.
Indagando l’organizzazione architettonica e planimetrica di questo settore si è potuto individuare un primo frammento di muro con andamento circolare di circa ottanta metri di lunghezza (come si vede nelle foto) che copre quasi un quarto di cerchio per un diametro complessivo di circa ottanta metri. Le prime definizioni cronologiche attraverso i materiali rinvenuti rimandano alla fine del III secolo avanti Cristo e occorre fantasticare che sarebbero stati i tempi subito dopo la morte di Terone quando iniziò un regime democratico (471-406 a.C.) instaurato dal filosofo Empedocle, il quale rifiutò il potere offertogli dal popolo stesso.
È in questo periodo che si assiste alla costruzione di numerosi templi e ad una grande prosperità economica, al punto da far dire al filosofo Empedocle: “L’opulenza e lo splendore della città sono tali che gli akragantini costruiscono case e templi come se non dovessero morire mai e mangiano come se dovessero morire l’indomani”.
Nonostante questo, raccontano gli storici, nel 406 a.C. i Cartaginesi invasero la città distruggendola quasi completamente.
“E’ una bella giornata – ci dice il direttore del Parco Giuseppe Parello – per la presenza del governo nazionale e regionale che guardano alla nostra capacità progettuale composta da persone motivate e preparate . Oltre al cospicuo finanziamento questo ci consente di sviluppare una serie di progetti che derivano da un programma molto esteso.
Una scoperta che potrà avere addirittura ripercussioni sul Piano Regolatore della nostra città.
“Probabilmente si, ma sicuramente per quanto riguarda l’assetto del Parco con l’inserimento dell’area dell’Agorà superiore in un circuito più esteso di visita. Anche l’edificio dell’ex scuola rurale potrà essere adibito come caposaldo di accesso. Stiamo esaminando un progetto di sistemazione del Cardo I attraverso il quale si avrà la connessione tra l’Agorà, il Museo, la Via Sacra che ci potrà far comprendere meglio l’urbanistica della città classica e sviluppare un modello di visita durevole nel tempo e informato sul nostro patrimonio”.
Il ministro Angelino Alfano spera che “questa sia l’occasione giusta e la volta buona. Certo l’archeologia esige rigore e nessuno può dire che sia certo, però questa volta secondo gli esperti c’è davvero l’occasione di trovare il teatro. Occorre insistere e puntare tutto l’impegno di cui le istituzioni regionali dispongono. Noi abbiamo un turismo che cresce 10 volte in più rispetto alla media di crescita nazionale del paese. La Sicilia sono convinto, può essere per l’Europa ciò che la Florida è per gli stati Uniti d’America. Per fare questo dobbiamo migliorare una serie di performances sulla ricettività e investimenti. E’ il momento storico giusto perché è cambiata la narrativa sulla Sicilia. Con questa mafia che lo Stato ha messo in ginocchio anche se non battuto definitivamente, e con l’idea che in Sicilia il Bene sta prevalendo sul Male, è possibile costruire una nuova narrativa della Sicilia capace di attrarre turisti e di trasformare la Sicilia nella Florida d’Europa”.
testo e foto di Diego Romeo