Agrigento

Morte di Enzo Rigoli, mamma Michela disperata: lettera al giudice Tedde

Mentre va avanti il processo per la morte del diciannovenne Enzo Rigoli, davanti al giudice monocratico Maria Alessandra Tedde che ha disposto una perizia collegiale (medico legale Dino Maria Tancredi e il chirurgo Innocenzo Bertoldi che avranno ufficialmente l’incarico il prossimo 11 aprile) per tentare di stabilire il perché del decesso avvenuto il 16 dicembre del 2012 per uno choc emorragico in seguito a un incidente stradale autonomo con la sua Citroen C3 in contrada Gasena si registra l’intervento pubblico con una lettera della madre della vittima, Michela Frasca che scrive:

Non è facile mettere in pubblica piazza i propri sentimenti, le mancanze, la sofferenza, il sentire che si è ad un passo dalla verità ed improvvisamente vedere svanire tutto!  Ripiombare nel vuoto!  Nel nulla!

Sono Michela, mamma di Vincenzo, un ragazzo di 19 anni pieno di vita, come è giusto che sia alla sua età. Ma è mio figlio!  Era…

La sua, la mia, la nostra storia oramai la conoscono tutti.

Vincenzo muore al S. Giovanni di Dio di Agrigento la notte tra il 16 ed il 17 dicembre del 2012.

Cinque anni, tre mesi e dieci giorni fa … !

Parte un’inchiesta che, dopo tante lotte per evitare ben due richieste di archiviazione, ci porta, tre anni fa, al rinvio a giudizio per omicidio colposo di due medici del nosocomio agrigentino.

Tre anni fa … !

Il processo viene inizialmente affidato al giudice dott.ssa Infantino, la quale, per quasi un anno, non riesce ad incardinarlo; quest’ultima viene successivamente sostituita dalla dott.ssa Maria Alessandra Tedde due anni fa. Due anni fa … !

Inizia finalmente il processo, il cuore si riempie di speranza. Speranza di arrivare alla verità!

Tra rinvii per mancate notifiche, assenza dei testi, successiva rinuncia alla presenza in aula degli stessi, tutti di parte per i medici imputati, arriviamo, un mese fa, ad un passo dalla conclusione di un procedimento che è stato un calvario!

La speranza non mi abbandona mai, non mi ha mai abbandonata!

Un mese fa … !

Colpo di scena: il giudice, al fine di valutare in merito alle discrasie emerse dalle relazioni peritali presentate dalle parti in causa, decide, dapprima, di effettuare un confronto d’aula tra tutti i medici che a vario titolo le hanno prodotte – autoptiche comprese! – e successivamente, abbandonando la precedente decisione, dispone circa l’esecuzione di una consulenza medico-legale collegiale che valuti le perizie di parte agli atti processuali.

Giusto, dico, è giusto se serve al pieno convincimento del giudice per formulare una sentenza “giusta”!

Rinvia, pertanto, ad oggi per l’affidamento dell’incarico ed il giuramento dei periti di sua nomina.

Oggi … !

Nell’odierna udienza, ha comunicato i nominativi dei due medici individuati e dei quali intende avvalersi, i quali giureranno l’11 aprile p.v. e poi … il baratro : il giudice a fine aprile verrà trasferita ad altra sede e, con molta probabilità, non potrà portare a termine il processo.

Si potrebbe dover ricominciare tutto!

La prescrizione del reato per i due imputati, stante il tempo già trascorso, è vicina, incombe … !

Non riesco ad accettarlo : cinque anni di lotte non possono prescriversi per scadenza dei termini!

Una sentenza, qualsiasi essa sia, ma in nome della verità, deve esserci, NON PUO’ non esserci!

La verità, quella vera, deve essere accertata anche per il tramite di una sentenza.

Ho scritto queste parole di getto, con impeto, con impeto ma con il cuore!

La fiducia nei confronti della giustizia mi ha sorretta sempre e proprio con questa rinnovata fiducia, di fatto mai persa, mi rivolgo, da mamma orfana del proprio figlio, al giudice, affinchè possa in cuor suo fare ricorso a tutto ciò che a norma di legge risulti possibile ed utile per poter giungere in tempi brevi alla emissione di una sentenza a sua firma.

Michela, mamma di Vincenzo Rigoli