Agrigento

Nave Diciotti, parlano i migranti: “Abbandonati dai maltesi”, Procura di Agrigento apre fascicolo

La Procura di Agrigento ha aperto un’inchiesta per “conoscere il tentativo di ingresso” di migranti “avvenuto il 16 agosto scorso al largo dell’isola di Lampedusa, tratti in salvo dalla motonave Diciotti e ad oggi ancora ospitati sulla medesima motonave della Guardia Costiera”. L’indagine “punta a individuare scafisti e “a conoscere le condizioni dei 177 migranti a bordo della unita’ navale militare”. Lo rende noto il procuratore Luigi Patronaggio. 

“La Procura di Agrigento – scrive in una nota Patronaggio – nel rigoroso ambito della propria giurisdizione e competenza, ha avviato una indagine volta a conoscere il tentativo di ingresso di 190 immigrati extracomunitari avvenuto in data 16 agosto 2018 al largo dell’isola di Lampedusa, tratti in salvo dalla motonave “Diciotti” e ad oggi ancora ospitati sulla medesima motonave della Guardia Costiera. Detta indagine – spiega il procuratore – affidata alla Capitaneria di Porto di Porto Empedocle e alla Squadra Mobile di Agrigento, oltre ad individuare scafisti e soggetti dediti al favoreggiamento della immigrazione clandestina, tende altresi’ a conoscere le condizioni dei 177 migranti superstiti a bordo della predetta unita’ navale militare”.

“Avete sbagliato rotta, la direzione per l’Italia e’ un’altra”. E’ quello che, in sostanza, soccorritori presentatisi come ‘maltesi’ avrebbero detto il 14 agosto ai 190 migranti a bordo di un barcone intercettato in acque Sar della Valletta, successivamente salvati da una nave della Guardia costiera: a raccontarlo, otto dei 13 migranti evacuati dalla Diciotti perche’ bisognosi di cure mediche, ascoltati ieri mattina nel Centro di accoglienza straordinaria di Villa Sicania (Siculiana, Agrigento) in qualita’ di “persone informate sui fatti”. Secondo fonti investigative, gli otto – quasi tutti eritrei – avrebbero spiegato a Polizia e Guardia costiera di essere stati avvicinati, dopo circa un giorno e mezzo dalla partenza dalle coste libiche, “da un’imbarcazione di notevoli dimensioni e da due gommoni”, i cui occupanti avrebbero riferito di essere maltesi. Ai migranti questi sedicenti maltesi avrebbero fornito cibo, bevande e giubbotti di salvataggio salvo informarli – sempre secondo le testimonianze raccolte – che non li avrebbero condotti a Malta, avendo “sbagliato rotta”: dopo aver appreso che i migranti non avevano dispositivi di navigazione satellitare, gli equipaggi dei soccorritori avrebbero lasciato intendere ai migranti che sarebbero stati ‘scortati‘ verso Lampedusa. In realta’, come sostenuto dalla Guardia costiera – versione, questa, negata da Malta – nel corso della navigazione, anche a causa delle pessime condizioni meteomarine, il barcone ha cominciato ad imbarcare acqua: circa 24 ore dopo il primo ‘contatto’, l’imbarcazione maltese si sarebbe allontanata abbandonando i migranti e lasciando la responsabilita’ del salvataggio – effettivamente avvenuto due ore piu’ tardi – alla Guardia costiera italiana.