Agrigento

Nell’epistolario i segreti “feroci” di Pirandello

La pesante eredità di Enzo Lauretta è ricaduta sulle tue spalle, però penso che l’illustre scomparso sarebbe soddisfatto del ritorno dell’annuale convegno ad Agrigento. 

Siamo arrivati alla 55esima edizione e per noi che l’abbiamo visto nascere e crescere rappresenta senz’altro un motivo di orgoglio agrigentino. Cosa potrai approntare per i prossimi anni anche per dare al Convegno una sistemazione in prospettiva sempre più consolidata?

“Un’eredità certamente pesante che noi cerchiamo di tenere viva con progetti di riflessioni sull’opera pirandelliana che siano acquisizioni critiche ma anche stimoli a ulteriori e mai definitive indagini su un Autore davvero imprendibile. Orgoglio agrigentino senz’altro i convegni pirandelliani  approdati col 55° in Agrigento, come avrebbe voluto Enzo Lauretta. E rimarranno nella città solo se si verificheranno condizioni favorevoli.  Non dipende solo da noi”.

Ricordo ancora una tua commedia, se ben ricordo un atto unico, su una “feroce notte” di Pirandello e Marta Abba.  Oggi il termine” feroce “percorre l’epistolario pirandelliano rivelando i più segreti recessi familiari. Perché è stato importante rovistare nei cassetti segreti di Pirandello? 

“L’atroce notte – la tormentata storia d’amore tra Pirandello e Marta Abba, un monologo. “Feroce”, il termine che usi tu, ben s’adatta a certe lettere, e sono molte, di Pirandello inviate ai familiari come ad altri. In ogni modo, per la prima volta nella storia della critica pirandelliana s’è affrontato lo studio degli epistolari in maniera organica e coesa. Le lettere ci fanno scoprire una personalità sorprende e travagliata in un pantano esistenziale senza via di scampo. Non si tratta soltanto di formale corrispondenza con notizie e sfoghi inerenti alle asperità della vita, ma spesso di veri e propri documenti di pensiero ed arte”.

La figura e la presenza di Marta Abba nella vita di Pirandello, come si arguisce in queste lettere, è stata non solo  artistica e attoriale ma ha influito e forse devastato tanti dei suoi rapporti familiari. E’ stato  davvero così?

“Proprio così. La presenza dell’attrice milanese ha sconvolto in ogni senso la vita dello scrittore sin dal suo privo apparire. E’ stata la sua musa ispiratrice e anche la causa di rottura coi figli,  testimoniata in lettere al curaro. Ma è pur vero che Marta veniva a colmare l’ardente bisogno di Pirandello d’ amare e essere amato”.

Enzo Lauretta ci aveva abituato alla puntualità  di esecuzione dei futuri convegni annuali. Tutto preparato e predisposto.  La prossima tematica  del 2019  su quale aspetto verterà?

“Proseguiamo nella strada tracciata da lui a progettare. Toccherà l’anno prossimo a “Suo marito”, romanzo straordinario pubblicato nel 1911e poi ripubblicato postumo nel 1941col nuovo titolo “Giustino Roncella, nato Boggiòlo”. Questo nel 2019 come 56° Convegno, che è già pronto nelle linee congressuali principali, mentre ho in mente altre realizzazioni per gli anni avvenire”.

Quali novità sono emerse quest’anno dalla partecipazione giovanile che è stata sempre il fiore all’occhiello del convegno?

“Di notevole spessore! Sullo straordinario universo epistolare i giovani hanno sperimentato la propria creatività in lavoro di gruppo con elaborati sorprendenti riguardanti il Saggio breve, la prova di scrittura creativa, la prova di scrittura creativa estemporanea e la realizzazione di un cortometraggio d’ispirazione pirandelliana, riuscendo bellamente a coniugare ricerca critica e invenzione fantastica. A proposito, va sottolineata la presenza di Arturo Puoti, lo studente napoletano aggredito e accoltellato a morte da un gruppo di balordi nel dicembre del 2017.  Era da poco ritornato a Napoli dal convegno pirandelliano. Ha voluto esserci anche quest’anno e il Centro gli ha espresso solidarietà contro ogni violenza assegnandogli la “Medaglia del Centro”.