Agrigento

Omicidio Favara, Emanuele Ferraro era un uomo segnato: doveva morire (ft)

Un delitto annunciato.  Si intuiva bene che a Favara, dopo i recenti episodi di sangue, la situazione era divenuta incandescente, insostenibile.

Si sospettava che la guerra cruenta degli ultimi mesi potesse originare altri fatti di sangue. Sospetto fondato, la risposta ai dubbi è arrivata stamani, intorno alle 9,30.

Parecchie le persone a rischio attentato. Una era certamente la vittima di stamani.

Era un uomo segnato: doveva morire.

Emanuele Ferraro, 41 anni, favarese entrato pesantemente nell’inchiesta sulla tragica faida che si sta consumando sull’asse Favara – Liegi con alla base la lotta per il predominio sul traffico internazionale di stupefacenti, era nell’elenco dei sospettati ed aveva ricevuto avviso di garanzia per il tentato omicidio del compaesano Carmelo Nicotra, ferito a colpi di kalashikov lo scorso 23 maggio. Un altro morto che cammina, sospettano gli inquirenti.

Favara, il luogo del delitto

Ferraro quando ha capito di essere nel mirino dei killer ha tentato una fuga disperata cercando anche riparo dietro un furgone Fiat Fiorino di sua proprietà sul quale stava per salire. Ma non c’è stato nulla da fare.

Favara, il luogo del delitto
Favara, il luogo del delitto
Favara, omicidio Ferraro, il luogo del delitto
Favara, omicidio Ferraro, il luogo del delitto
Favara, omicidio Ferraro, il luogo del delitto
Favara, omicidio Ferraro, il luogo del delitto

La vicenda che coinvolgeva Ferraro in relazione alla lunga scia di sangue sull’asse Favara – Liegi è questa:

Sei le persone indagate per il reato di tentato omicidio aggravato di Carmelo Nicotra: si tratta dei favaresi Calogero e Antonio Bellavia, 27 e 44 anni, Calogero ed Emanuele Ferraro, 39 e 41 anni, e Carmelo Vardaro, 39 anni,  indagati per tentato omicidio aggravato e ricettazione.

Nel registro degli indagati, per il reato di favoreggiamento, c’è anche la vittima dell’agguato, Carmelo Nicotra.

L’AGGUATO. Era lo scorso 23 maggio quando – in una apparente e tranquilla serata – una raffica di colpi di kalashnikov e di una pistola calibro 9 furono indirizzati verso il 35enne mentre si trovava nelle adiacenze del suo garage, in via Torino. Ma qualcosa non è andato per il verso giusto e il commando organizzato per compiere il delitto dovette rinunciare al desiderio di sangue.  Nicotra, soccorso da qualcuno ma lasciato nelle vicinanze dell’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento con il chiaro scopo di non farsi identificare, è stato notato in seguito da una coppia di fidanzati che percorreva la stessa strada, alla zona industriale. Il 35enne favarese si è mostrato fin dall’inizio reticente nei confronti degli agenti della Mobile di Agrigento che lo interrogavano: non ricorda granché dell’accaduto o di chi potesse avercela con lui.

LE INDAGINI. Fu così che la presa della Squadra Mobile si fece sempre più pressante: fu ritrovata l’auto usata per l’agguato, una Renault Kangoo in contrada Bisaccia, carbonizzata. Nel garage del Nicotra gli investigatori trovarono anche una Fiat Punto, risultata rubata a Catania nel 2016, motivo per il quale lo stesso 35enne è stato iscritto nel registro degli indagati per ricettazione. Calogero e Antonio Bellavia , 27 e 44 anni, sono attualmente in carcere perché – lo scorso giugno – “pizzicati” dai carabinieri in auto con due pistole: una “Taurus 375 magnum”, risultata poi esser stata rubata a Carmelo Nicotra, e una Smith & Weston 38 special con matricola abrasa.

LA SCIA DI SANGUE. Comincia il 14 settembre 2016 con l’omicidio dell’empedoclino Mario Jakelich, 28 anni, freddato con un colpo alla testa all’interno di un condominio di Liegi ed il ferimento – quasi mortale – di Maurizio Di Stefano, 40 anni di Favara. Neanche un mese dopo si ritorna a sparare, questa volta a Favara: a cadere sotto i colpi, 4 per la precisione, è Carmelo Ciffa, 42 anni di Porto Empedocle, ucciso da un sicario in pieno giorno mentre stava potando alcune piante. Ma il sangue continua a non placarsi: il 5 maggio viene assassinato a Liegi, Carmelo Sorce, 51 anni di Favara: stava uscendo dal suo ristorante quando una pioggia di proiettili di kalashnikov lo uccidono. Un ristoratore assassinato come un boss. Venti giorni dopo si ritorna a Favara e le dinamiche sono le stesse: un commando attende Carmelo Nicotra, 35 anni di Favara, davanti il suo magazzino e spara con un kalashnikov. Nicotra, che di mestiere faceva il panettiere con un trascorso a Liegi, rimane ferito ma miracolosamente vivo.