Agrigento

Operazione “Galassia”, Schembri finisce ai domiciliari con braccialetto elettronico

Resta detenuto, ma non in carcere, Davide Schembri, 44 anni, di Agrigento, ex responsabile dell’agenzia Goldbet, (attualmente sotto processo per analoghi fatti) coinvolto nella maxi inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria che ipotizza un giro di scommesse on line clandestine in tutta Italia, che venivano alimentate attraverso piattaforme virtuali con sede all’estero, con la regia della ‘Ndrangheta.

Infatti il Gip del Tribunale di Agrigento Alessandra Vella, chiamata ad intervenire per rogatoria,  ha disposto gli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico convalidando il fermo emesso dalla Dda di Reggio Calabria nell’ambito dell’inchiesta “Galassia” secondo la quale le cosche calabresi in cambio di una percentuale sui guadagni garantivano appoggi.  In particolare, i pubblici ministeri reggini contestano a Schembri i rapporti con Danilo Iannì, 26 anni, ritenuto socio in affari col pentito siracusano Fabio Lanzafame.

Gli atti sono stati già inviati all’A. g. di Reggio Calabria.

Schembri, per gli investigatori, è figura centrale dell’inchiesta ritenuto uno dei capi dell’associazione a delinquere (ma il Gip non ha convalidato tale assunto) secondo solo ad un paio di figure della ndrangheta e a strettissimo contatto oltre che con Iannì anche con Lanzafame che pentendosi ha svelato il meccanismo criminale ruotante attorno alle scommesse illegali.

Lanzafame, per capirne la figura, è stato il master per la Sicilia di “Planetwin365”, sito di scommesse e main sponsor nelle passate stagioni del Siracusa calcio. Le sue dichiarazioni, raccolte dalle procure di Catania e Reggio Calabria, hanno consentito agli inquirenti di scoprire gli investimenti della criminalità organizzata nel settore delle scommesse on line e dei rapporti tra i Santapaola e il gruppo che fa capo al superlatitante Matteo Messina Denaro.

Tra le prime persone accusate da Lanzafame il suo ex braccio destro Giovanni Conte, gestore del bar annesso al campo sportivo De Simone. Lanzafame, in occasione del derby tra Siracusa e Akragas del 13 novembre 2016, avrebbe mandato allo stadio i due calabresi Iannì e Franco con il compito di ritirare l’incasso della partita, così come si legge nel provvedimento degli investigatori. Somme che alla fine della partita sarebbe stata consegnata da Graziano Cutrufo (non indagato), attuale presidente del Palazzolo calcio e fratello di Gaetano, ex presidente del sodalizio azzurro prima della cessione del club a Giovanni Alì.

Alla fine dell’incontro i due entrano in macchina e iniziano a contare l’incasso non sapendo di essere spiati da una microspia.