Agrigento

Processo crollo Palazzo Crea, ancora un rinvio lungo: contestazione delle parti civili

Udienza lunga e complicata quella che si è aperta davanti il giudice penale di Agrigento dott. Coffari per il crollo del costone del Viale della Vittoria avvenuto il 5.3.2014.

Le difese degli imputati Zambuto , Principato e Carmina, ovverosia gli avvocati Miceli, Manta, Salvago hanno chiesto di ascoltare il teste Cosimo Antonica, già comandante della Polizia locale, nella veste di indagato, di non acquisire gli accertamenti tecnici irripetibile della perizia e di non acquisire documenti prodotti dal Pm di udienza perché inutilizzabili, chiedendo inoltre, un rinvio della udienza. Presente in aula l’avv. Marco Zambuto, già sindaco di Agrigento,  i difensori delle parti civili si sono opposti alle eccezioni degli imputati che sono state rigettate.

Dopo tre ore di tatticismi giudiziari è stato ascoltato Cosimo Antonica il quale ha evidenziato la prevedibilità dell’evento poiché l’amministratore del condominio Crea, già dal marzo 2011 aveva segnalato il pericolo. Stante l’ora tarda l’udienza  è stata aggiornata al 17 ottobre prossimo  per continuare l’esame di Antonica.  Rinvio ritenuto troppo distante nel tempo dalle parti civili che lamentano la eccessiva durata delle indagini e la non celerità del processo.

La vicenda è quella legata alla frana del costone che avvenne il  5 marzo 2014, proprio sopra il Viale della Vittoria: il crollo provocò lo sfollamento dei residenti del Palazzo, una sessantina di persone, oltre che la chiusura di una farmacia ed una gioielleria.

Cinque gli imputati: si tratta dell’allora sindaco di Agrigento, Marzo Zambuto, il dirigente dell’Ufficio tecnico comunale, Giuseppe Principato, e i tre proprietari di un immobile, adiacente ai palazzi “Crea”, le cui precarie condizioni avrebbero provocato il cedimento del costone. Maria Isabella Sollano, 75 anni, e i figli Valentina e Oreste Carmina, 49 e 46 anni. Questi ultimi non avrebbero adempiuto ad una ordinanza, emessa il 5 aprile del 2011 dallo stesso Marco Zambuto, che imponeva loro di eseguire opere di manutenzione. L’ex sindaco e il dirigente comunale sono invece accusati di disastro colposo.