Agrigento

Processo “Vultur”, in aula il capo della “Mobile”; Minardi “Dopo ogni udienza incontri tra testi e Meli”

Si è svolta questa mattina, nell’aula bunker del carcere Petrusa di Agrigento davanti il collegio di giudici presieduto da Luisa Turco (a latere i magistrati Enzo Ricotta e Rosanna Croce), l’udienza relativa al processo scaturito dal blitz antimafia denominato “Vultur” condotto dalla Squadra mobile di Agrigento il 7 luglio 2016 e che vede imputati Rosario Meli, 69 anni, considerato dagli inquirenti il capo della famiglia mafiosa di Camastra, il figlio Vincenzo, 46 anni, Calogero Piombo, 65 anni, proprietario di una tabaccheria a Camastra e Calogero Di Caro, 70 anni, di Canicattì.

Appena sette giorni fa era stato chiamato a testimoniare l’ex capo della Squadra mobile agrigentina, Corrado Empoli, mentre c’era molta attesa per l’escussione del suo successore e attuale vertice della Squadra mobile, Giovanni Minardi.

Rispondendo alle domande del sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia, Alessia Sinatra, e quelle delle difese – rappresentate dagli avvocati Castronovo, Barba, Lucia, Porcello, Fiorello, Scozzari – il capo della “Mobile” si è soffermato su diversi aspetti dell’indagine (come nelle scorse udienze hanno fatto il suo ex vice Di Piazza e il predecessore Empoli) che è poi sfociata nell’operazione “Vultur”.

Dopo aver ripercorso i momenti salienti dell’indagine – che ha “toccato” i temi relativi ad estorsioni, condizionamenti della campagna elettorale comunale del 2014 tracciando anche i profili di diverse persone coinvolte – è stato introdotto un nuovo reale elemento: si tratta di una annotazione di servizio (dvd) – prodotta dal Pm Sinatra –  che fa riferimento a quanto accaduto il 13 dicembre 2017, giorno in cui si celebrava udienza dell’odierno processo presso il Tribunale di Agrigento: “Andiamo ad acquisire le immagini delle telecamere del bar e rileviamo che Barbara Calogero (che aveva testimoniato poco prima) si era seduto all’esterno del bar con Rita Meli, figlia di Rosario. Discutono per qualche minuto e poco dopo si nota arrivare Ignazio Piombo, il fratello di Calogero Piombo (imputato) ma non sappiamo il contenuto della conversazione. Alle 14:27 vanno via tutti. Ogni volta che sentivamo qualche persone durante l’indagine – conclude il dott. Minardi – c’era un passaggio quasi obbligato dalla tabaccheria di Piombo.”