Agrigento

Processo Vultur, parla in video-conferenza il collaboratore Giuseppe Quaranta: “Io affiliato da Fragapane con la ‘punciuta””

E’ attesa fra pochi minuti l’escussione del collaboratore di giustizia Giuseppe Quaranta nell’ambito del processo Vultur che si sta celebrando davanti al collegio presieduto dalla d.ssa Luisa Turco. Sul banco degli imputati siedono Rosario Meli, ritenuto dagli inquirenti il capo della famiglia mafiosa di Camastra, il figlio Vincenzo, Calogero Piombo (tutti di Camastra) e il canicattinese Calogero Di Caro. 

Il processo, scaturito dopo il blitz della Squadra Mobile di Agrigento con il coordinamento della DDA di Palermo, avrebbe fatto luce su dinamiche mafiose tra Camastra e Canicattì ed un presunto giro di racket legato ai funerali del paese. 

 

Ore 16.00

E’ iniziata da qualche minuto, intorno alle ore 16.00, l’audizione in aula di Giuseppe Quaranta, il collaboratore di giustizia di Favara, oggi in Tribunale, nell’udienza relativa al processo scaturito dall’inchiesta “Vultur”.

Quaranta si è presentato  in jeans, maglietta blu, maniche corte, e occhiali sulla testa, piuttosto stempiato. Ha esordito dicendo “Buonasera a tutti. Ho deciso di pentirmi dopo l’arresto, il 29 gennaio. L’ho fatto per dare un futuro diverso alla mia famiglia”.

“Ho iniziato con Cosa nostra nel 2002 grazie a Pasquale Alaimo che conoscevo da tempo. Lavoravamo insieme in ditte che si occupavano di riiuti. Sapevo che faceva parte di Cosa nostra. Era appena tornato libero dopo l’operazione Fratellanza. Alaimo mi propose di gestire la latitanza di Maurizio Di Gati. Ho trovato una casa e facevo la spesa che gli portavo. Gli portavo anche altri affiliati che dovevano incontrarlo. Quando gestivo la latitanza di Di Gati ero un semplice avvicinato. Poi, nel 2013 dono divenuto reggente di Cosa Nostra, prima fui affiliato con la santina di Sant’Antonio da Padova. La ‘punciuta’ fu fatta da Francesco Fragapane”.

 

Ore 16.30

Il pubblico ministero della Dda di Palermo chiede: “Conosce Calogero Di Caro”

Quaranta risponde: “So che è un anziano di Cosa Nostra, non l’ho conosciuto personalmente. Ma so che un anziano di Cosa nostra si deve ritenere sempre operativo. Come lui ci sono anche Salvatore Di Ganci e Cesare Lombardozzi”.

Quaranta parla poi di Francesco Frapagane: “Voleva diventare capo provinciale di Cosa nostra. Volle avvicinare Calogero Di Caro, ma Giancarlo Buggea mi disse ‘u zi Lillo era anziano e sorvegliato, difficile incontrarlo. Buggea,  mi disse anche di tornare dopo quindici giorni”.

 

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