Agrigento

“Quando si annuncia Agrigento mi astengo dalla visione della Valle dei templi deturpata….”

Non lasciano dubbi le parole di  Pier Luigi Vercesi sul magazine “7” del Corriere della sera (2 agosto 2018): “Quando si annuncia Agrigento che Gela sconfisse e distrusse secoli e secoli prima di Cristo, mi astengo dalla Valle dei Templi, deturpata dalla visione di cemento colato abusivamente e di strade sospese senza necessità….Non mi fermo per timore di non indignarmi abbastanza, di dire cose non del tutto politicamente corrette. Faccio tappa, invece, a Porto Empedocle, dove, si, che m’indigno! La Vigata di Camilleri sonnecchia, a quest’ora, tra Pirandello e il mare; lì, appoggiato a un lampione, impiegatuccio di provincia qualunque, folto di crine, persino,  occhieggia un anonimo commissario Montalbano, evidentemente concepito prima dei clamori televisivi di Luca Zingaretti….”.

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Corriere, valle deturpata

E meno male che Vercesi non si è accorto  (o nessuno glielo avrà detto) che a un tiro di schioppo dalla Valle dei Templi si dovrebbe costruire un rigassificatore, proprio lì dove si sonnecchia tra Pirandello e il mare.

Sono lontani i tempi del viaggiatore  Goethe e della visione del  suo aprile nella valle, eppure il Parco  archeologico ha ricevuto prestigiosi premi di paesaggio di cui evidentemente non molti si sono accorti.

Possibile che nell’immaginario collettivo Agrigento e la sua valle siano visti ancora  così, in “questa cantilena ripetuta all’infinito senza nulla produrre per redimerla”?

Il Parco dovrà pur dire qualcosa di suo senza affidarsi alla pubblicità della Coopculture e ai suoi spettacoli che annunciano albe e tramonti teatralizzati che potrebbero far sorridere amaro.

La messinscena, annunciano le Coop, si svolgerà fra  colonne e capitelli che sbucano dall’oscurità; poi l’arancio e l’azzurro fino al sorgere del sole. E’ uno spettacolo straordinario, soprattutto se avviene nella Valle dei Templi: per tre domeniche di agosto  sarà possibile assistere al sorgere del sole, partecipando ad una visita teatralizzata nell’area sacra della città antica. Qui 2600 anni fa gli dei d’Olimpo svegliavano le coscienze e tenevano tra le loro mani il corso della vita. Riappaiono e sembrano non esser mai andati via….”

Occorre riflettere su quel passaggio “gli dei dell’Olimpo svegliavano le coscienze”, altro che omelia del cardinale Montenegro, qui si surclassa persino San Calò.

E occorre ricordare anche, nonostante tutti gli sforzi di Coopculture,  che per  il mito greco “le nozze di Cadmo e Armonia furono l’ultima occasione in cui gli dei dell’Olimpo si sedettero a tavola con gli uomini, per una festa.”

Anche per questo , persino  i turbo-mondialisti del Google-Camp dovrebbero evitare clonazioni di feste illusorie.