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Scala dei Turchi, la precisazione della Capitaneria di Porto sulle sabbie rosse

E’ intervenuta anche la Capitaneria di Porto Empedocle – presente ieri mattina per i rilievi sul posto insieme ai tecnici dell’Arpa alla Scala dei Turchi – in merito alla sostanza rossa che – in poco tempo – si è allargata a macchia d’olio sia sulla sabbia e che sulla marna. 

L’episodio – portato alla luce dall’associazione ambientalista MareAmico e ripresa dalle maggiori testate nazionali – sembrava in un primo momento potesse esser stato causato dalla mano dell’uomo e, in particolare modo, dalla pulizia di cisterne di qualche nave di passaggio.

La Capitaneria di Porto – attendendo comunque ancora ulteriori accertamenti – ha voluto precisare così:

IL COMUNICATO. “In merito ai contenuti delle notizie diffuse dai media nazionali e locali circa il presunto fenomeno di inquinamento che avrebbe tinto di rosso l’arenile prossimo alla “Scala dei Turchi” di Realmonte, al fine di garantire una corretta informazione ai lettori, si ritiene opportuno fornire le necessarie precisazioni.

A seguito delle segnalazioni pervenute all’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente e alla Capitaneria di Porto di Porto Empedocle, personale di entrambi gli Enti, congiuntamente a funzionari del Comune di Realmonte, hanno condotto, in data 22 febbraio, un sopralluogo finalizzato a verificare le reali cause del fenomeno, attraverso l’effettuazione del campionamento di acqua di mare e di sedimenti marini, nonché di un circostanziato esame dello stato dei luoghi interessati.

Dall’esame condotto sui luoghi è emerso che traccia evidente delle sostanze pigmentanti, verosimilmente “ossido di ferro”, sono presenti anche a monte dell’arenile lungo dei rigagnoli che trasportano detto materiale verso il mare, circostanza che può far ritenere con molta probabilità che il fenomeno derivi da processi naturali (probabile presenza di minerali ferrosi a monte) e non di natura antropica.

È presumibile che il processo di dilavamento del terreni soprastanti che termina in mare attraverso i rigagnoli sopracitati ha determinato la concentrazione di tale sostanza in corrispondenza degli stessi.

Allo stato dei fatti, è possibile ritenere dal sopralluogo esperito che l’evento non sia scaturito da azione antropica proveniente dal mare ovverosia da navi che avrebbero scaricato in mare le sostanze ferrose, così come riportato precedentemente sugli organi di stampa.

Peraltro, in passato, lo stesso fenomeno è stato registrato dai tecnici dell’ARPA i quali hanno potuto osservare il verificarsi dello stesso in concomitanza di periodi di abbondante pioggia anche presso altri siti, come la foce del torrente Cottone a Villa Romana.”

Ad ogni modo, si rimane in attesa di conoscere gli esiti analitici completi dei campioni, per stabilire con certezza la consistenza chimica delle sostanze prelevate, così da poter escludere qualunque altra ipotesi di inquinamento causato dall’azione dell’uomo.